Vorrei tanto che si possano comprendere le ragioni dell’ennesimo disastro italiano, quello della scuola pubblica, partendo da un’esperienza diretta e personale, vissuta all’interno di un istituto di’istruzione superiore che, senza ombra di dubbio, si può tranquillamente definire uno dei più ‘sgarrupati’ d’Italia. Mi verrebbe da dire ‘io speriamo che me la cavo’, tanto per continuare a parafrasare il maestro Marcello D’Orta, autore di quel successo editoriale degli anni Novanta che contiene le impressioni dei giovani alunni di una scuola napoletana. Ma al peggio non c’è mai fine. Vi parlo adesso dell’ Istituto d’Istruzione Superiore ‘G. Marconi’ di Favara. Sin dal 1997 insegno a Racalmuto, da quando cioè ho ricevuto l’incarico di docente di Italiano e Storia, presso la sede coordinata del ‘Marconi’ di Favara, di quello che fino a due anni fa era denominato Istituto Professionale. Come si sa, spesso questo nostro Stato, ultimamente parecchio sfasciato, cambia i nomi alle cose, per dare ad intendere di avere innovato, riformato, migliorato tutto; il più delle volte, come è ormai risaputo, si tratta di cambiamenti formali ed espressivi; ma di sostanziale, spesso, c’è ben poco, se non qualche visibile peggioramento. Nel caso nostro, a peggiorare la situazione dell’ex Professionale di Favara e delle sue due sedi di Racalmuto e Canicattì è stata, nel corso degli ultimi decenni, l’Ente Provincia Regionale di Agrigento. L’istituto ‘G, Marconi’ è una scuola frequentata da oltre 600 alunni, i cui indirizzi svariano dall’elettronica, all’impiantistica, alla moda ed ai servizi sociali. Fu nell’ormai lontano 2002, quando sentii parlare, per la prima volta, di un progetto di ristrutturazione, sistemazione ed adeguamento alle vigenti normative, del plesso scolastico di Racalmuto. Quella di Racalmuto è una struttura relativamente nuova, risalente agli anni Ottanta, i cui lavori sono stati diretti dal Genio Civile di Agrigento. Purtroppo l’area dove ricade questo edificio scolastico è caratterizzata dalla presenza di terreni di riporto e da rocce friabili, per cui, nel corso degli anni si è verificato qualche lieve smottamento che ha causato alcune lesioni a delle strutture portanti. Cosicché, lo stesso Genio Civile che a suo tempo aveva eseguito i lavori di costruzione, non ha mai praticamente rilasciato i relativi certificati di agibilità relativi ai pilastri ed alle travi di detta scuola. Anzi, il Genio Civile, non era addirittura in possesso neanche dei grafici progettuali della scuola di Racalmuto. In altri termini nessuno era in possesso del progetto della scuola. Ci sono voluti anni di ricerche per rinvenire una copia del progetta della scuola, allorquando in un sottotetto dell’edificio di Racalmuto, in mezzo ad altre scartoffie, per puro caso, in maniera del tutto fortuita , nel 2011, l’allora direttore della sede dell’I.I.S.S. ‘G. Marconi’, di Racalmuto, l’ingegnere empedoclino, Paolo Savatteri esclamò : eureka! Aveva finalmente trovato copia dei tanti sospirati elaborati progettuali. Prontamente, l’ingegnere Savatteri, si adoperò nel consegnare una copia eliografica ai funzionari della Provincia Regionale di Agrigento e ad un tecnico esterno incaricato agli inizi degli anni Duemila dall’allora Presidente della Provincia, l’attuale deputato regionale Vincenzo Fontana. Per anni, tecnici e funzionari, si erano affannati a più non posso, nel tentare di definire e far munire di tutti i visti ed i pareri necessari, un progetto di ristrutturazione ed adeguamento che prevede una spesa complessiva di circa un milione di euro. Soltanto adesso, a quanto pare, il progetto è completo, grazie all’interessamento del commissario straordinario della ex Provincia Regionale di Agrigento, Dott. Benito Infurnari, il quale, appena insediatosi, qualche mese fa, si è immediatamente attivato nel sollecitare il rilascio da parte del Genio Civile di una copia del progetto esecutivo e cantierabile, al fine di richiedere alla Regione Siciliana il necessario finanziamento che dovrebbe essere erogato nelle prossime settimane . E’ inutile dirlo che sia sotto la presidenza della Provincia, retta dall’on. Vincenzo Fontana, sia durante la presidenza di Eugenio D’Orsi, di tempo se n’è perso abbastanza, sino al punto di dover chiudere un corso, quello di tecnico di impianti. Attualmente la scuola rischia di chiudere definitivamente i battenti. L’ala dove insistono i laboratori di impiantistica, l’aula magna, i servizi igienici e cinque aule, sono stati dichiarati inagibili ed inibiti alla pubblica fruizione, da parte dei tecnici della Provincia. Anche se sostanzialmente, i servizi igienici ed alcune aule inagibili, vengono ugualmente utilizzate, a rischio e pericolo di chi dirige la scuola che, tra l’altro, è una preside di nuova nomina, ossia la dott.ssa Antonella Rizzo Pinna. Del resto, non appena la dott.ssa Rizzo Pinna, ha ricevuto l’incarico di dirigente scolastico, ha dovuto far traslocare alunni, insegnanti e personale ATA dei corsi di Canicattì, da dei fatiscenti ed anch’essi inagibili locali affitto, al Liceo Scientifico ‘Antonino Sciascia’. Tale scelta operata nella città dell’uva italia, ha comportato lo spostamento delle attività didattiche nelle ore pomeridiane, con gravi disagi per gli alunni, soprattutto quelli pendolari che non possono usufruire dei mezzi pubblici, in quanto la scuola termina oltre le otto di sera, mentre le ultime corse degli autobus sono quelle delle sei del pomeriggio. Tale situazione di disaggio ha indotto parecchie decine di alunne a chiedere il nulla osta per trasferirsi in altre scuole. Nella fattispecie, crediamo, sia stato leso il diritto allo studio. Da Canicattì a Racalmuto, come si può notare, per l’Istituto ‘G. Marconi’, non c’è pace. E’ chiaro che le colpe e le responsabilità di decenni di inerzie ed inefficienze da parte della Provincia Regionale di Agrigento, non possono essere addebitati agli ultimi arrivati, ossia al commissario straordinario che sostituisce gli organi istituzionali della Provincia, sciolti per legge, Dott. Benito Infurnari od ancora alla nuova preside del ‘Marconi’, la Dott.ssa Rizzo Pinna che, anzi si sono attivati a trovare immediatamente le opportune soluzioni per garantire il prosieguo delle attività scolastiche in delle strutture di emergenza o di fortuna.
Salvatore Petrotto