Gli agenti della Squadra Mobile e il personale della Polizia Postale della Questura di Agrigento, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Giacomo Forte, a quattro persone. Si tratta di Elio Magrì, 50 anni, di Castrofilippo, ma residente ad Agrigento, con pregiudizi di polizia, sottoposto agli arresti domiciliari. L’obbligo di dimora è stato disposto per l’avvocato Fabio Caruselli, 65 anni, di Palma di Montechiaro, residente ad Agrigento, per un commerciante pregiudicato, Tommaso Savasta, 36 anni, di Catania e per un cittadino della Repubblica Domenicana, Valerio Guerra Ariel de Jesus, 33 anni. Ai destinatari dei provvedimenti cautelari vengono contestati i reati di clonazione di carte di credito ed il relativo utilizzo fraudolento, truffa e ricettazione in concorso tra loro. A Magrì e a Savasta sono contestati, inoltre, il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sempre nei confronti di Magrì è stato attuato il sequestro preventivo della società finanziaria “Fineurop” lungo il viale Leonardo Sciascia nel quartiere commerciale del Villaggio Mosè, legalmente amministrata dalla moglie.
Le indagini avviate nel 2011 inizialmente sono state svolte con metodi tradizionali, a seguito della denuncia da parte del titolare di un esercizio commerciale di Agrigento, il quale aveva subito la disdetta del servizio Pos-Carte di credito, in quanto dal terminale installato presso il suo negozio risultavano essere state effettuate operazioni fraudolente. Nell’esposizione dei fatti, il commerciante fornì indicazioni utili all’identificazione degli autori della frode, i quali, a seguito delle direttive delle Procura della Repubblica di Agrigento, sono stati sottoposti a indagini, anche con l’ausilio di intercettazioni ambientali e telefoniche, supportate dall’ausilio di videoriprese. Le investigazioni hanno consentito di accertare numerosi episodi di clonazione di carte di credito che sarebbero stati consumati proprio all’interno della sede della “Fineurop”. Parte degli introiti dell’attività fraudolenta sarebbe stata successivamente impiegata per l’acquisto di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, destinata non soltanto ad uso personale, ma veniva anche spacciata.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento, condotta in campo dagli agenti della Squadra Mobile e dal personale della Polizia Postale ha sviluppato un giro illecito di denaro enorme. Le truffe compiute o tentate sono state centinaia ed hanno avuto come scenario territoriale le province di Agrigento, Catania, Caltanissetta e Trapani. Vittime una infinità di commercianti e titolari di distributori di carburanti, ma anche ristoranti, tra cui il “Piper” e “Il Molo” a San Leone, il “Re Noir” di Catania; negozi di abbigliamento “Giorgia & Johns”, “Prima donna collezioni”, “Riga moda in Barba” di Favara, Histoire d’or srl, “Tata Italia” e “l’Occhiale” di Catania; “Papino Expert”, “Punto Wind”, supermercati come “Paghi poco”, “Sidis”, “Erre” di Agrigento, e inoltre, “Natì Calzature”, “Bruno Euronics”, “Decathlon Italia”, “Eb games” e “Superstore Sidis”; gioiellerie di via Atenea ad Agrigento e a Licata; un lungo elenco di distributori di benzina, tra cui ad Agrigento, due appartenenti alla ditta “Nuara”, e poi ancora “Euronics”, “Marigè” il negozio “Obj”, il bar “Agorà”, la ditta “Brucceri edilizia” di Agrigento, “Mediaworld”; grandi centri commerciali come quelli di “San Giorgio” di Licata, “Auchan” “Porte di Catania”, “Auchan S.G. all’Arena”, “Il Casale “ di San Cataldo (Cl), “Etnapolis” di Catania, le “Vigne” di Castrofilippo, “Centro Commerciale” di Castelvetrano.