Proseguono le indagini delle forze dell’ordine impegnate nella ricerca dei malviventi che sabato scorso hanno compiuto una “fruttuosa” rapina ai danni di un ufficio postale di Favara.

Molto probabilmente mentre il personale si accingeva a caricare la macchinetta del bancomat i rapinatori a tutta velocità sono piombati sulla porta sfondandola, con un fuoristrada su cui probabilmente era stato montato una sorta di ariete, e entrando fulmineamente dentro la succursale. Porta che è stata letteralmente sfondata, mentre in quell’esatto momento, al fianco della porta di ingresso, c’erano gli impiegati dell’ufficio postale che, denaro alla mano, stavano caricando il bancomat. Per i delinquenti non è stato dunque difficile riuscire ad arraffare tutto il contante che invece sarebbe dovuto finire dentro il bancomat. Prelevato il denaro, quantificato in 110 mila euro, i rapinatori sono fuggiti a piedi nel vicino vicolo dove molto probabilmente ad attenderli c’era un complice con un’altra auto. Proprio questo aspetto sembra essere stato già chiarito dagli investigatori: sarebbero tre i mezzi utilizzati per la riuscita del colpo.


Sul posto sono arrivati prontamente i Carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale, presente il tenente colonnello Rodrigo Micucci, e della Tenenza di Favara, unitamente al Reparto della scientifica per i rilievi del caso e per l’indagine.

Posti di blocco sono stati istituiti in diversi punti del territorio di Favara. Un aiuto alle indagini potrebbe essere dato dalla visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nel ufficio postale m anche quelle di esercizi pubblici vicini. E grazie alle immagini è stato possibile sapere che i banditi, non armati, erano tre e tutti a volto coperto.

I carabinieri, poche ore dopo il fatto delittuoso, hanno ritrovato, in viale Ambrosini,  la Fiat Punto grigia con la quale i rapinatori si erano allontanati dal luogo del misfatto. Su di essa verranno effettuati degli esami e degli accertamenti specifici. La vettura è risultata rubata a Favara.