Un luogo non lo cambi se  non cambi gli uomini. I nostri luoghi sono a nostra immagine e somiglianza . Li costruiamo così come siamo noi, fuori le regole, fuori i canoni, fuori dal rispetto degli altri, dentro i nostri egoismi, le nostre false convenienze.

Ho impiegato molto tempo per convincermi che un luogo non puoi cambiarlo se non cambia chi ci vive. Se poi chi ci vive , magari anche per vergogna dice di volerlo cambiare, ma continua a fare quello che ha sempre fatto, a sporcare come ha sempre sporcato, a violentare il territorio come ha sempre continuato a fare e magari ha continuato a votare chi gli ha consentito di fare tutto questo, ti rendi conto che stai solo sprecando tempo, energie, lavoro, speranze , aspettative.


Una terra dove la legge è un concetto astratto, dove il rispetto delle regole è una forma di debolezza, dove il torbido è ciò dove si sguazza meglio, dove il diritto diventa un favore, un favore diventa ricatto e come ogni ricatto ha un prezzo, è una terra destinata a rimanere così come è , perché chi vive di questo, chi vive in questo , se provi ad impedirglielo, cessa di esistere. Provarci comunque è un dovere, ostinarsi è un’aberrazione. Pensare di fare il giornalista per raccontare questa terra e al contempo denunciarne le vergogne è solo un tentativo dal quale desisti nel tempo o perché te ne fai una ragione , o perché forme più o meno chiare ti convincono che non è il caso continuare.

Convincersi di cambiare un luogo senza cambiare gli uomini che ci vivono non è possibile. Sono gli uomini, le persone che cambiano i luoghi, mai il contrario. Inizio a convincermi che fare il giornalista in questa terra ti fa sentire un elefante dentro un negozio di cristalli, prima o poi , pur muovendoti con tutta la delicatezza che puoi , qualcosa la rompi.

Mentre digito questo pezzo sulla tastiera del mio pc, una enorme tristezza si impossessa di me, come quando si scrive un lettera di addio, e tanti ricordi, frammenti, voci, sorrisi, arrabbiature , ti attraversano il cuore e la mente, e la tristezza riempie il tuo cuore e la tua mente. Mi sento un soldato che ritorna dal fronte con il braccio destro amputato , quello con cui teneva la sua arma in mano……Per la prima volta, mi accorgo che non sono stato io a cambiare questo paese, ma è stato questo paese a cambiare me.