Ida Carmina, deputata del M5S, interviene ancora una volta sulla paventata costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle e commenta positivamente la presa di posizione netta da parte del Direttore della Biblioteca Lucchesiana Don Angelo Chillura che ha scritto al Presidente della Repubblica Mattarella per fermare questa opera inutile, dannosa e dalle conseguenze nefaste per tutto il territorio agrigentino.
“Ho sentito Don Angelo sul tema rigassificatore ed abbiamo trovato piena convergenza su questa minaccia che incombe su Porto Empedocle e sui cittadini della Città e della provincia di Agrigento a cui questo Governo vuole imporre sulla base di decisioni unilaterali la realizzazione di un pericoloso ecomostro che può veramente distruggere il nostro corredo e patrimonio culturale, storico ed identitario. E’ un segnale di attenzione e di speranza quello che la Chiesa con in testa Don Angelo Chillura si sia mossa per dire basta e NO a questo assurdo rigassificatore. La mia battaglia è quella di tanti agrigentini, movimenti, associazioni, imprenditori, operatori del mare, della pesca e dei settori produttivi e soprattutto la società civile che è di totale dissenso alla linea dei governi nazionali e regionali. Il territorio chiede la tutela della Valle, Patrimonio Unesco, ed ha come obiettivo lo sviluppo naturale di Agrigento e di tutta l’area: il turismo, il mare, la cultura rappresentano la nostra vera possibilità di sviluppo. Pesaro capitale della cultura 2024 ha dato lo start alle manifestazioni presentando al mondo le sue bellezze, la sua storia, il suo corredo culturale, non oso immaginare per il 2025 Agrigento Capitale della Cultura che in mondovisione, potrebbe eventualmente sovrapporre i Templi da un lato e l’eventuale rigassificatore empedoclino dall’altro. Un’immagine terribile e devastante e per questo assieme ai cittadini del territorio agrigentino chiediamo non solo la tutela dei nostri beni, ma pretendiamo anche l’impegno per i diritti primari di cittadinanza: strade, autostrade, centri storici, servizi e l’aeroporto, queste sì opere che il popolo agrigentino rivendica da sempre, questo il gap che deve essere colmato. Altro che premierato e autonomia differenziata, che frantumeranno l’Italia e ancor più, discrimineranno i siciliani che sono un popolo che chiede di poter valorizzare il proprio patrimonio di cultura e di bellezze naturali per superare il ritardo economico e di accelerare con delle politiche governative che siano sane e costruttive non certo impongano un devastante ecomostro.”