Non si ferma il fronte della protesta degli agricoltori siciliani. Questa mattina, un gruppo di un centinaio di trattori ha manifestato sulla SS121 Palermo-Agrigento. Partiti alle 11 dallo svincolo di Bolognetta, i mezzi condotti da lavoratori ed imprenditori del settore primario hanno raggiunto lo svincolo di Villabate intorno alle 13. Qui, presso il mercato ortofrutticolo del paese, hanno messo in scena un presidio con sei trattori autorizzati dalle forze dell’ordine, al fianco del quale hanno sfilato decine di mezzi, i quali si sono reimmessi sulla SS121 per concludere la manifestazione laddove era iniziata, ovvero a Bolognetta.

Calderone: “Disconosciamo rappresentanti al tavolo di crisi”
Al presidio di Villabate c’era anche Franco Calderone, volto noto della protesta degli agricoltori a Palermo e in Sicilia. Un corteo al quale non c’erano bandiera. Solo lavoratori ed imprenditori dediti alla causa. Una scelta figlia di un generale rifiuto di parlare con le sigle di categoria, ritenute ormai non rappresentative delle istanze di un mondo, quello degli agricoltori, che rischia di pagare un conto salato rispetto alle politiche europee di settore. E, proprio per questo, è lo stesso Calderone a privare di ogni peso gli esponenti presenti al tavolo di crisi avviato dalla Regione Siciliana.

“La politica ha ospitato delle persone che non rappresentano nessuno – ha sottolineato -. Solo noi rappresentiamo noi stessi, non i sindacati. Ogni volta che quest’ultimi andranno a parlare, rappresenteranno le dieci persone che li seguono. Saranno gli agricoltori a rappresentare le proprie istanze. Disconosciamo il tavolo di crisi. E’ la modalità che non funziona. Chi hanno convocato? Se noi siamo sulle strade, un motivo ci sarà”.

Focus poi sulla prossima protesta convocata per mercoledì dal fronte delle opposizioni. Un gruppo che, secondo le aspettative, dovrebbe raggiungere i palazzi della politica. Una strumentalizzazione che Calderone non accetta, annunciando che nè lui nè il gruppo che rappresenta parteciperà ad eventuali presidi in cui si proverà a mettere un cappello politico alle istanze degli agricoltori. “Noi non andremo alla manifestazione di mercoledì. La parte politica che organizza farebbe bene ad utilizzare i luoghi preposti per legiferare. Devono lavorare all’Ars invece di protestare in piazza contro se stessi”, conclude Calderone.