Il 2026 si preannuncia come un anno di svolta per milioni di famiglie italiane con figli a carico. A partire da gennaio, infatti, entreranno in vigore importanti aggiornamenti sull’Assegno unico e universale (Auu), il contributo economico introdotto per sostenere la natalità e l’educazione dei minori. Le modifiche, in arrivo con la nuova Legge di Bilancio e i decreti attuativi del Ministero dell’Economia e del Lavoro, riguardano due aspetti chiave: l’aumento degli importi attraverso la rivalutazione ISTAT e la revisione delle fasce Isee, che allargherà l’accesso a molti più beneficiari.
Ma cosa cambia davvero per chi lo riceve già e per chi potrebbe iniziare a beneficiarne?
Un sostegno economico essenziale per le famiglie italiane
L’Assegno unico è stato pensato per semplificare e unificare le precedenti misure a favore delle famiglie con figli. Introdotto nel 2021, spetta a tutti i nuclei familiari con figli a carico:
fino al compimento dei 21 anni (in presenza di determinate condizioni);
senza limiti di età in caso di disabilità.
L’importo varia in base a tre fattori principali:
l’Isee del nucleo familiare;
il numero e l’età dei figli;
la presenza di disabilità.
Nel 2026, questi parametri resteranno alla base del calcolo, ma subentrano modifiche che ne influenzano profondamente l’effetto reale.
Come cambiano le fasce Isee con il nuovo calcolo
Il cambiamento più significativo riguarda l’indicatore Isee. Dal 2026, infatti, sarà escluso dal calcolo il valore della prima casa, a patto che questa non superi un valore catastale di 91.500 euro, rispetto ai 52 mila precedenti. Un intervento che, secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), porterà una riduzione media dell’Isee di 2.000–3.000 euro per molte famiglie, permettendo loro di accedere a fasce più favorevoli dell’assegno.
Inoltre, la scala di equivalenza sarà ritoccata:
maggiorazione di 0,1 per due figli;
0,25 per tre;
0,40 per quattro;
0,55 per cinque o più figli.
Le nuove tre fasce Isee per il 2026 saranno:
Fino a 17.468,51 euro (prima fascia);
Da 17.468,52 a 46.582,71 euro (seconda fascia);
Oltre 46.582,71 euro (terza fascia).
Un’unificazione che farà rientrare nella prima fascia anche nuclei che nel 2025 erano in seconda o terza, aumentando l’importo ricevuto.
Importi più alti grazie alla rivalutazione ISTAT
L’altro elemento che inciderà è la rivalutazione annuale per l’inflazione. Secondo le proiezioni, l’adeguamento sarà dell’1,4%–1,5%. Di conseguenza:
l’importo massimo mensile passerà da 201 a 203,80 euro;
quello minimo salirà da 57,50 a 61,20 euro.
Non si tratta solo di pochi euro: per molte famiglie, l’effetto combinato con lo slittamento in una fascia Isee più bassa porterà un aumento complessivo di 15–20 euro al mese per figlio.
Le maggiorazioni: piccoli aumenti, ma impatto concreto
Oltre all’importo base, l’Assegno unico prevede maggiorazioni per situazioni particolari. Anche queste subiranno lievi aumenti nel 2026:
Figli non autosufficienti: da 120,60 a 122,30 euro;
Disabilità grave: da 109,10 a 110,60 euro;
Disabilità media: da 97,70 a 99,10 euro;
Madre under 21: da 23 a 23,30 euro.
Per i figli dal terzo in poi, la maggiorazione varia in base all’Isee:
da 99,1 euro per Isee basso;
a 17,4 euro per Isee alto (nel 2025 erano rispettivamente 97,7 e 17,2 euro).
Anche il bonus per il secondo percettore di reddito crescerà: 34,9 euro per Isee minimo, contro i 34,4 euro del 2025.
Scadenze e adempimenti: cosa fare per non perdere il beneficio
Attenzione, però: per beneficiare degli importi aggiornati, sarà necessario presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) entro il 30 giugno 2026. In caso contrario, da marzo si riceverà l’assegno in misura minima. Gli eventuali arretrati verranno comunque corrisposti automaticamente una volta aggiornato l’Isee.













