Il Tribunale di Siracusa ha condannato a otto anni e quattro mesi l’uomo che, l’anno scorso, nel Lentinese, aveva sequestrato in casa la moglie, seviziandola e maltrattandola brutalmente per oltre due anni. L’imputato è finito sotto processo per maltrattamenti in famiglia aggravati, lesioni personali aggravate, deformazione permanente del volto e sequestro di persona.

L’incubo della donna
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna è stata percossa con frequenza pressoché quotidiana, con calci, pugni e corpi contundenti, capelli strappati e ustioni in diverse parti del corpo. Inoltre, il marito le aveva sottratto il telefono cellulare, impedendole di comunicare con l’esterno e di uscire dall’abitazione, chiedendo ai figli minori di segnalare ogni uscita autonoma della madre.


Le richieste del pm e la difesa delle parti civili
L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Fisicaro, ha scelto di definire il procedimento con rito abbreviato. In sede di discussione la Procura di Siracusa aveva chiesto l’assoluzione per il reato di sequestro di persona, ritenendo che non ci fossero i presupposti. La persona offesa, costituitasi parte civile, è difesa dall’avvocata Elena Salemi, che si è opposta alle conclusioni del Pm, chiedendo la condanna dell’imputato anche per il reato di sequestro di persona. Tali conclusioni sono state condivise anche dall’avvocata Alessia Lo Tauro, che si è costituita parte civile per il Centro Antivioenza Ipazia, che aveva accolto la donna all’indomani della fuga.