confindustria2“La crisi non ammette più tregua. Mentre tutti litigano e non fanno, è giunto il tempo che i Giovani imprenditori agiscano per rimuovere ostacoli, persone e soggetti che rallentano lo sviluppo della Sicilia. Così come nella lotta alla mafia, l’associazione non lascerà soli gli imprenditori e sarà al loro fianco nel contrasto al libero arbitrio di amministratori e burocrati”.
Lo affermano i Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia, riuniti al Verdura Rocco Forte di Sciacca, che nel definire l’ “agenda d’autunno” che porta il titolo “Liberare le imprese da mafia e burocrazia”, hanno indicato quattro priorità: puntare l’indice sui singoli amministratori e dipendenti pubblici che si rendano responsabili di abusi e omissioni a danno delle aziende; mettere al bando le banche che negano o tardano il credito a famiglie e imprese; favorire l’accesso ai finanziamenti; stimolare la Regione ad applicare la riforma degli assessorati che entrerà in vigore a gennaio, affinché non si perda tempo nell’attuazione dei programmi strutturali di sviluppo.
I Giovani imprenditori hanno deciso di costituire “AddioBurocrazia”, una “unità di crisi” che raccoglierà dalle aziende le segnalazioni di casi di “malaburocrazia”, e che agirà nei confronti della responsabilità personale, civile e penale, dei singoli, chiedendone la rimozione e intimando il risarcimento dei danni con gli interessi.
L’associazione si costituirà parte civile sostenendo, esattamente come nella fattispecie del pizzo, che i reiterati comportamenti omissivi in capo a figure strategiche delle pubbliche amministrazioni causano un grave danno all’intera economia del territorio e al diritto di libero esercizio delle attività imprenditoriali.
“Sono numerosi i casi riferiti oggi dai presidenti provinciali – ha riferito Giorgio Cappello, presidente regionale dei Giovani imprenditori siciliani – emblematici di un andazzo non più tollerabile. Le aziende destinatarie di finanziamenti agevolati attendono fino a tre mesi che l’ente pubblico trovi la disponibilità di un impiegato che effettui al computer l’interrogazione telematica a Equitalia circa eventuali pendenze. A meno che non si cerchi la raccomandazione dell’assessore, del capo di gabinetto e del dirigente: in quel caso in pochi giorni è fatta”.
“L’Inps impiega in alcune province oltre 50 giorni per rilasciare il Durc – ha denunciato Marilena Barbera, presidente dei Giovani di Agrigento –  che serve per avere pagate le fatture dai committenti pubblici”.
“Nei Comuni, poi, la discrezionalità è la regola – ha riferito Fabio Costantino, vicepresidente regionale dei Giovani – . In molti casi sono i sindaci a decidere in maniera arbitraria l’ordine di priorità di protocollo delle fatture presentate dalle aziende per il pagamento di forniture, opere e servizi alla pubblica amministrazione”.
Affrontando la tematica del credito, i Giovani imprenditori hanno poi deciso, su proposta del presidente dei Giovani di Palermo, Marcello Cacace, di attribuire un “rating” alle banche in base alla disponibilità e ai tempi di erogazione del credito, redigendo così una sorta di “black list” da rendere pubblica, nella quale saranno messe in evidenza quelle aziende di credito che negano i finanziamenti senza motivo, che non accettano il consolidamento dei debiti (su 30 milioni di euro stanziati dalla Regione, sono stati impegnati appena 500 mila euro), che non applicano la moratoria dei mutui, che danno risposte oltre i tempi dichiarati dal sistema “Patti chiari” dell’Abi, o che modificano le condizioni contrattuali in corso d’opera scavalcando gli accordi stabiliti con il consorzio fidi.
I Giovani imprenditori, in attesa della riattivazione del fondo nazionale di garanzia, sollecitano la costituzione di un fondo regionale di garanzia che, da un lato, rafforzi il peso contrattuale dei consorzi fidi e che, dall’altro, consenta l’innalzamento della soglia minima di aiuto temporaneo fino a 500 mila euro.
Infine, la riforma dell’amministrazione regionale, salutata con grande favore, ma che, a tre mesi dal varo, risulta ancora sulla carta. “In teoria – ha spiegato Cappello – il prossimo 31 ottobre dovrebbe essere già pronto il nuovo organigramma degli assessorati. Chiediamo al governo un confronto con le parti sociali, soprattutto per prevenire ritardi e squilibri che possano vanificare l’obiettivo dell’efficienza dell’azione amministrativa a servizio dei cittadini e delle imprese”.