E’ gravissimo e di grandi proporzioni l’incendio divampato nel Vallone Imbriacole, all’interno del Centro Comunale di Raccolta e Trasferenza dei Rifiuti del Comune di Lampedusa, esteso oltre 13 ettari, che in realtà è un’enorme discarica all’interno della quale sono depositati i relitti delle imbarcazioni usate dai migranti e tutti gli altri rifiuti dell’isola, ad eccezione dei R.S.U. Il forte vento di maestrale spinge i fumi tossici verso il centro urbano, dove l’aria è ormai irrespirabile e, oltre ai gravissimi danni ambientali causati dall’incendio, c’è il serio rischio di danni imminenti alla salute pubblica.
Legambiente chiede un urgente intervento di spegnimento mediante impiego di Canadair, poiché i mezzi a disposizione dei Vigili del Fuoco di stanza a Lampedusa non sono sufficienti a fronteggiare una così grave situazione e preannuncia un esposto circostanziato all’Autorità Giudiziaria per chiedere l’individuazione dei responsabili che non devono più restare impuniti, e che venga fatta luce sugli interessi che stanno alla base della plateale illegalità che caratterizza lo smaltimento dei rifiuti nell’isola.
“Non possono esserci dubbi sulla matrice dolosa dell’incendio e chi attenta così gravemente alla salute pubblica non può farla franca ancora stavolta – dichiara Giusi Nicolini, locale responsabile di Legambiente – ; sono andati in fumo rifiuti di ogni natura ((rifiuti ferrosi e in plastica, pile, farmaci, batterie per auto, copertoni e altri prodotti potenzialmente pericolosi di impiego domestico, rifiuti speciali, ecc.), che producono non solo diossine, ma anche altri composti dannosi. Insieme a questi rifiuti – continua Giusi Nicolini – sono andati a fuoco i rottami delle imbarcazioni utilizzate dai migranti, la cui distruzione era stata preannunciata pochi giorni fa dal Sindaco di Lampedusa (immediatamente smentito dall’assessore al turismo Pietro Busetta).
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