In queste settimane molti cittadini hanno notato meno volanti di polizia e carabinieri in giro. La grave situazione creatasi a Lampedusa, di riflesso ha inciso anche qui. Il personale di polizia e carabinieri viene impiegato a porto Empedocle per fronteggiare l’arrivo degli immigrati provenienti da Lampedusa. Questo vuol dire più turni di lavoro, straordinario pagato pochissimo e situazioni di stress psicologico che il personale di polizia e carabinieri giornalmente è costretto a sopportare.

Nelle situazioni di emergenza, chiami loro. Ma per una città come Canicattì che conta più di 35 mila abitanti una sola pattuglia di carabinieri che gira la notte di certo non basta.  Un’emergenza sicurezza che riguarda tutto il territorio nazionale. La Polizia è a piedi, mancano i soldi, è ferma un’auto su tre. L’allarme parla di questure al collasso, tutte sotto organico.


L’esigenza della sicurezza è molto sentita dai cittadini  su tutto il territorio nazionale. Gli agenti di Polizia e carabinieri fanno quello che possono. Con un miliardo di euro in meno nei prossimi tre anni. E quasi senza macchine. Quello di polizia e carabinieri non è un lavoro eroico, almeno non sempre. È solo straordinariamente normale. Sono uomini che garantiscono la nostra sicurezza, perlustrano la città, prevengono reati, sedano litigi, che ultimamente avvengono sempre più spesso e che , quasi sempre, vedono coinvolti immigrati di etnie diverse. È un problema sociale grave, che ha bisogno di risposte importanti.

Alcuni agenti di polizia e carabinieri intervistati, alla domanda se gli immigrati turbino l’ordine pubblico rispondono: «Non si può negare che molti interventi riguardino loro, per risse e furti. Ma ci vuole umanità e buonsenso. Interveniamo in liti tra extracomunitari. Sono situazioni difficili dove già la comunicazione tra gli agenti e quelli coinvolti è un problema. Si deve usare il cervello. La forza per ultima “

La giornata è suddivisa in cinque turni: mattina, sera- pomeriggio, sera, notte. La città è divisa in zone. Di competenza della Ps e Carabinieri. In giro per le strade però, al momento, di notte ci sono solo i carabinieri.  Inizia il turno della sera che va dalle sette a mezzanotte. Ma sono orari indicativi, che vengono scompaginati da interventi che magari durano più del previsto o da arresti. Di sicuro lo Stato Italiano sta facendo poco per la sicurezza e tutte le forze dell’ordine stanno risentendo della crisi, come confermano anche i sindacati. Quasi tutti sono sott’organico e i poliziotti e carabinieri di quartiere sono stati aboliti.

La Centrale Operativa è un ambiente a parte. Un mondo chiuso, fatto di computer, telefoni, radio che trasmettono ordini e posizioni in una lingua nota solo agli appartenenti a quel mondo: il codice krypto. C’è un ispettore a coordinare le attività con la qualifica di capoturno che controlla le procedure e informa i funzionari. Sul suo computer c’è una mappa con il posizionamento delle volanti in servizio. Su un altro schermo una specie di griglia riporta quale volante è impegnata, in quale tipo di intervento e come questo si conclude. Si chiama Sistema di Controllo del Territorio. La Centrale Operativa ha il controllo di tutte le macchine in servizio nelle aree di competenza che sono dotate di una sigla radio e una targa.

Anche le macchine “in borghese” della Mobile, della Digos e dei Carabinieri devono comunicare alla centrale la loro presenza, per evitare di intralciarsi a vicenda. I sindacati stanno portando avanti una dura battaglia contro i tagli alla sicurezza. Troppe scorte ai politici e i commissariati perdono gli agenti di quartiere.  I successi contro la criminalità mafiosa continuano a esserci grazie all’impegno e al sacrificio dei magistrati e delle forze dell’ordine che operano in condizioni difficili ed è imbarazzante, davanti a questi tagli, l’esistenza di scorte “regalate” a qualche politico condannato che, secondo il Comitato per l’ordine pubblico, ha la necessità della tutela. Per questo motivo i sindacati di polizia hanno chiesto alla Procura, questura e prefettura di adottare o un indirizzo unico sulle scorte.