Nella Chiesa madre celebrati i funerali di Pietro Vella. Dolore e costernazione. Questi tra i sentimenti dei campobellesi per la scomparsa di Vella, deceduto nel pomeriggio di venerdi (ma il cadavere è stato ritrovato sabato), nelle vicinanze di Delia. L’arciprete don Calogero Montana, durante la santa messa, ha voluto commemorare la sua personalità. Vella, che aveva vissuto per molti anni a Padova, era molto conosciuto a Campobello di Licata per il forte impegno nel sociale. 77 anni, vedovo, senza figli, era da anni il segretario amministrativo dell’Associazione volontari italiani del sangue, sezione di Campobello di Licata.

Era anche un fervente cattolico impegnato, avendo frequentato la Chiesa Madre, guidata dall’arciprete don Calogero Montana, e la parrocchia di Gesù e Maria, retta da don Salvatore Paternò.


Era molto apprezzato dai suoi compagni del circolo di cultura “Leonardo Da Vinci”. Spendeva la sua vita tra gli impegni strettamenti familiari e quelli del volontariato. Ma il destino, molto tragico, gli ha stato crudele. Una strada gli ha spezzato la vita. Egli ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto lungo la strada provinciale 3, l’arteria che collega la città agrigentina di Campobello di Licata con quella nissena di Delia, ma in territorio di Naro.

Con la sua auto, una “Renault Clio” di colore bianco, è finito in un viadotto. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, l’incidente si è verificato fra i pomeriggi di venerdi e di sabato. L’anziano campobellese, diretto verso una zia a Delia, avrebbe perso il controllo del mezzo. Abbattuto il guard-rail è precipitato. L’autovettura cappottata e seminascosta dalla vegetazione è stata scoperta, però soltanto nel pomeriggio di sabato da un’automobilista che avendo visto il guard rail divelto si è fermato per guardare sotto. Così si è accorto dell’auto in mezzo ad un canneto e alla vegetazione.

La vettura con a bordo il cadavere del 77enne, é stato recuperato, dai vigili del fuoco con l’ausilio di una gru. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento canicattinese e i carabinieri.

Giovanni Blanda