I carabinieri della Compagnia di Cammarata, diretti dal capitano Vincenzo Bulla, ad integrazione dell’operazione denominata “Kamarat” (che ha già portato all’arresto di 5 esponenti di Cosa Nostra), hanno arrestato Salvatore Costanza, 42 anni, imprenditore edile di San Giovanni Gemini, ritenuto facente parte della famiglia mafiosa di Cammarata e responsabile del reato di cui all’art. 416 bis. L’arresto in ottemperanza del provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso il 10 giugno del 2011 dal Tribunale di Palermo e divenuta esecutiva l’altro ieri, a seguito di sentenza della prima sezione della Corte Suprema di Cassazione. Costanza è stato ammanettato per aver fatto parte, in concorso ed unitamente ad altri soggetti dell’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra e, in particolare, per aver fatto parte , con ruolo di affiliato, della famiglia mafiosa di Cammarata; con l’aggravante di aver concorso ad una associazione armata, avendo i componenti della medesima la disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità dell’associazione miranti al controllo di attività economiche finanziate con il prodotto, profitto e prezzo di altri delitti. L’odierna operazione, coordinata dalla Dda di Palermo (sostituto procuratore Giuseppe Fici), rappresenta un prosieguo dell’operazione denominata “Kamarat” che ha già portato in data 18 maggio e 31 ottobre 2011, alla cattura di altri 5 soggetti di spicco nell’ambito dell’organizzazione mafiosa agrigentina, in esito ad approfondite investigazioni svolte dalla Compagnia dei Carabinieri di Cammarata, finalizzate ad illuminare l’attuale composizione delle famiglie mafiose di Cosa Nostra operanti nel territorio dei Comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini, Castronovo di Sicilia e Casteltermini. Particolare importanza, in tale prospettiva, hanno rivestito le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia di significativo peso all’interno dell’organizzazione criminale e di comprovata attendibilità quali Alfonso Falzone, Luigi Putrone, Ciro Vara, Maurizio Di Gati, Antonino Giuffrè, Giuseppe Salvatore Vaccaro e Beniamino Di Gati, sulle quali si è di volta in volta appurata la veridicità attraverso i positivi riscontri da parte dei carabinieri. Salvatore Costanza è stato associato presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo.