A seguito della notizia del non rinnovo della convenzione tra il comune di Canicattì e il Polo Universitario di Agrigento, un nostro affezionato lettore ha inviato un intervento che integralmente pubblichiamo:
Assessore alla P.I. dissento energicamente circa la sua scelta di chiudere i ponti con il polo universitario di Agrigento. In un momento in cui la crisi sta colpendo pesantemente tutti i settori della vita sociale, economica e culturale degli italiani, Lei, da buon ragioniere e non da assessore alla P.I., per risparmiare 10 mila €. avalla questa ipotesi a dir poco scellerata.
Il consorzio di Agrigento deve rappresentare un primo passo per avvicinare l’università a casa nostra per poi arrivare all’apertura di una facoltà in città come quella di Agraria che più si addice al tessuto economico della nostra realtà. Questa amministrazione non può passare alla storia come quella che chiude le porte alla cultura, mentre ne proliferano tante private e on line a pagamento.
Sarebbe opportuno invece che si ingaggiasse una battaglia serrata che ci portasse all’apertura di una facoltà di laura qui a Canicatti, cosi come a Bivona o Caltagirone per non parlare di quello che è successso nel piccolo comune di Enna con la “Core”.
Spero che questa decisione venga subito revocata e che si dia ampio spazio alla conoscenza e alla cultura perchè cultura e consapevolezza non hanno mai fatto danno l’ignoranza si. Semmai l’università va avvicinata giammai allontanata, specie in un momento storico economicamente depresso che potrebbe dentro gli Atenei solo pochi ricchi.
L’università prima degli anni 50 è stata un privilegio per pochi eletti, solo dopo gli anni 60 è diventata per tutti, oggi questa amministrazione Corbo vorrebbe passare come quella che chiude l’università e apre verso l’oscurantismo culturale pre e post bellico?
Voglio ricordare che se fosse perdurata quella condicio tanti professionisti laureati di oggi sarebbero comuni bracciani agricoli, senza offesa per i braccianti, e probabilmente anche il nostro assessore alla pubblica istruzione.
Canicattì non dimenticherà mai quel sindaco che ha distrutto il teatro Sociale con logge e palchetti trosformandolo in una volgare sala cimenatografica.
S. C.