La giunta provinciale di Siracusa, presieduta da Nicola Bono, ha approvato oggi la delibera di richiesta della dichiarazione di “stato di calamità” alla Regione e al Governo, a seguito dei danni causati all’agricoltura e al territorio dal nubifragio dei giorni scorsi. La richiesta viene avanzata in seguito a un rapporto della unità operativa di emergenza istituita venerdì scorso, subito dopo la comunicazione della Protezione Civile dell’allerta meteo per la Sicilia orientale.
Confagricoltura Siracusa, che ha avviato una stima dei danni subiti dalle aziende agricole, lancia una proposta: “Una moratoria generale di tutte le scadenze, bancarie, contributive e fiscali di ogni genere per almeno un anno e provvedere agli accertamenti tecnici per i danni alle strutture produttive e di servizio delle aziende agricole e, in via eccezionale, valutare i danni alle produzioni ortofrutticole, sugli alberi, in campo e nelle serre, non più coperte dalla legge sulle avversità atmosferiche, per proporre all’Ue un pacchetto di norme per venire incontro alle aziende agricole così gravemente colpite”.
Confagricoltura ha inviato anche al prefetto e ai sindaci dei ventuno comuni della provincia l’invito a sollecitare al governatore della Regione, Raffaele Lombardo e al premier Mario Monti la richiesta di stato di calamità naturale. A Siracusa, oltre agli allagamenti dovuti alle piogge, migliaia di metri quadrati di serre e tunnel sono stati scoperchiati dalle raffiche di vento e le coltivazioni all’interno perse. A Lentini la copertura di un agriturismo è stata gravemente danneggiata ma altri gravi danni si segnalano alle colture ed ai frutteti a Carlentini, dove fra l’altro c’è stata un’interruzione delle linee elettriche per la caduta di alcuni cipressi. Danni anche ad Augusta e Francofonte. A Palazzolo diverse strade impraticabili ed alcune stalle hanno avuto i tetti divelti dal vento. Preoccupante la situazione per le serre di Pachino e Rosolini.
“Il bollettino danni in provincia è drammatico – sostengono il presidente di Confagricoltura, Massimo Franco, ed il direttore Biagio Bonfiglio – che può essere riassunto per grandi ambiti: le area agricole di pianura a nord sono allagate, intere contrade sono impraticabili, grazie ad una sciagurata gestione del territorio stravincolato ed abbandonato all’insegna del fondamentalismo ambientale. Nelle zone di collina le forti piogge hanno causato straripamenti dei fiumi, anche questi abbandonati ad ogni più elementare manutenzione, e se un agricoltore ci prova a fare un pò di pulizia dell’alveo lo arrestano pure”.
“In queste aree i danni da erosione sono notevoli. I forti venti hanno distrutto le colture protette della piana di Siracusa e Pachino e scoperchiato molte stalle e opifici della zona montana. Se il Governo regionale prima e quello nazionale vogliono aiutare veramente l’agricoltura a risollevarsi per intraprendere il suo solito e sano percorso produttivo, occorre immediatamente disporre la moratoria senza alcun tentennamento”.
“Invitiamo i deputati regionali e nazionali – proseguono – a farsi carico di questo appello di emergenza e di pronto soccorso. Si è trattato di un evento atmosferico eccezionale non rientrante fra quelli stagionali in qualche modo prevedibili e imputabili al normale rischio d’impresa. I danni sono incalcolabili, la grandina di mercoledì ha messo in ginocchio l’agrumicoltura almeno per un altro anno compromettendo l’integrità fogliare della chioma, oltre alle arance che con gli sferzanti venti di questi ultime tre giorni sono definitivamente a terra”.
Dalla notte scorsa, a causa di una frana, è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni la strada statale 194 Ragusana dal km 26,600 al km 29,800, con uscita obbligatoria a Francofonte, in provincia di Siracusa.
L’evoluzione della situazione in tempo reale è consultabile sul sito web http://www.stradeanas.it/traffico. L’Anas invita gli automobilisti alla prudenza nella guida, ricordando che l’informazione sulla viabilità e sul traffico è assicurata attraverso il sito www.stradeanas.it e il numero unico ‘Pronto Anas’ 841.148.
Una decina di famiglie di Acquacalda, in località San Gaetano, sull’isola di Lipari hanno dovuto abbandonare le case raggiunte dalle violente mareggiate. Dopo Marina Corta, Marina Lunga e Canneto è toccato nuovamente agli abitanti di Acquacalda ritrovarsi con il mare in casa. “Abbiamo avuto davvero paura – racconta Gennaro Saltalmacchia – nella mattinata ci sono state onde alte anche quattro metri che hanno investito tutto il lungomare. E pensare che per proteggere l’abitato si sono spesi due milioni e mezzo senza ottenere alcun risultato…”.
Le mareggiate hanno nuovamente messo fuori uso il pontile degli aliscafi di Sottomonastero e per l’approdo si utilzza lo scalo alternativo di Punta Scaliddi. Per il mare in tempesta, il traghetto della Ngi, da Milazzo per raggiungere Lipari, invece di due ore e mezza, ha impiegato 4 ore e mezza. La nave era partita alle 6,30 ed è giunta alle 11. Da Milazzo sono anche partiti due aliscafi. Fermi tutti gli altri natanti e le navi della Siremar. Da 3 giorni sono isolate Stromboli, Ginostra, Panarea, Alicudi e Filicudi. Le scuole continuano ad essere chiuse.
La tempesta che ha coinvolto il Sud della penisola è visibile dal satellite Aqua della Nasa: si può osservare un vento di sabbia proveniente dalla Tunisia che si mescola a un vortice di nuvole che copre l’Italia meridionale. Nell’immagine, acquisita dal Centro per il monitoraggio satellitare delle aree del Mediterraneo (Marsec) di Benevento, l’Italia è riconoscibile fra parte dell’Europa e dell’Africa, coperte da bande di nuvole disposte a strisce orizzontali.
È riconoscibile sull’Africa l’area di alta pressione, priva di nuvole, che spinge l’area di bassa pressione sull’Italia meridionale coperta di nubi. Sulle regioni meridionali italiane, in basso a sinistra è visibile un vortice che ha coinvolto Sicilia e Calabria, con maltempo, forti venti e la tempesta di sabbia. L’Italia settentrionale è libera dalle nuvole, ma un’altra area di bassa pressione incombe dall’alto.
Le condizioni del mare e del vento hanno costretto a rinviare anche oggi l’avvio dell’ispezione a bordo della “Gelso M.”, la nave cisterna che sabato scorso è finita sulla scogliera di Mazzarrona, a Siracusa. Impossibile applicare le panne galleggianti di contenimento attorno allo scafo, operazione che potrebbe essere effettuata domani, visto che i bollettini meteo prevedono mare e vento in attenuazione.
La nave, a causa delle violente mareggiate proseguite anche ieri, ha ora un’inclinazione di circa 40-45 gradi. Nella zona di prua è presente uno squarcio di circa 15 metri. La stabilità della nave viene monitorata costantemente e la zona dell’incidente, che si trova nelle adiacenze della pista ciclabile realizzata lungo un tracciato ferroviario dismesso, è sorvegliata dalle forze dell’ordine 24 ore su 24. Ieri è stata emessa un’ordinanza che vieta qualsiasi attività nautica nello specchio acqueo a mezzo miglio dalla nave e si attende che adesso anche il sindaco possa emettere analoga ordinanza che vieti l’accesso via terra all’area più prossima alla zona dell’incidente.
Oggi è stato effettuato un vertice operativo coordinato dal comandante del porto di Siracusa, il capitano di vascello Luca Sancilio, con rappresentanti dell’armatore e la società che si occuperà di svuotare la nave del carburante di navigazione. Subito dopo è stato effettuato un sopralluogo a terra che è servito per constatare come le condizioni di mare e vento non permettessero oggi di effettuare l’acceso alla nave.
Quanto alle possibili soluzioni per rimuovere il bunker, si pensa ad una doppia ipotesi: “O via mare, con un rimorchiatore, o via terra con un mezzo pesante – ha spiegato alla fine della riunione il comandante Sancilio – Ma prima sarà necessario effettuare altre verifiche, a cominciare da quella dei sub, che saranno possibili solo quando le condizioni meteo lo consentiranno”. Nessuna criticità, al momento, nemmeno per quel che concerne l’ambiente: “Non si è verificato alcuno sversamento di sostanze inquinanti – ha concluso il comandante Sancilio – e l’olezzo che a tratti si avverte in zona è da ricondurre verosimilmente alla presenza dello squarcio a prua dalla quale vengono fuori delle esalazioni”.
A causa delle forti raffiche di vento che nelle prime ore del pomeriggio hanno colpito la zona di Catania, due voli in procinto di atterrare nell’aeroporto internazionale di Catania Fontanarossa sono stati dirottati sullo scalo Falcone Borsellino di Palermo.
Si tratta del Roma-Catania delle 14.05 e del Milano-Catania delle 15.05. Dopo aver fatto scalo a Palermo entrambi i voli sono rientrati a Catania. I passeggeri del volo proveniente da Milano Malpensa stanno rientrando in autobus. Le condizioni meteorologiche, nel frattempo, si sono normalizzate.
“Sono incalcolabili i danni provocati dall’ultima ondata di maltempo che con bufere di vento ha scoperchiato serre e danneggiato gli alberi da frutto e gli ortaggi in campo, in Sicilia dove è stato chiesto l’avvio delle procedure per verificare lo stato di calamità”. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che sottolinea come il maltempo dall’inizio dell’anno abbia provocato all’agricoltura italiana perdite superiori ai 300 milioni di euro.
L’associazione sottolinea che “la tempesta che si è abbattuta sull’isola ha colpito le strutture agricole, le piante e le produzioni di ortofrutta in campo e rischia di aggravare ulteriormente il già pesante bilancio dei danni al settore agricolo”.
“Gli effetti del cambiamento climatico – conclude la Coldiretti – si fanno sentire nelle campagne con un aumento degli eventi estremi e uno sfasamento delle stagioni che è oramai entrato nella norma che rappresenta una dura sfida per l’agricoltura italiana”.