Il randagismo continua ad essere uno degli argomenti principali della cronaca canicattinese. Venerdì mattino, intorno alle 12, una ragazza di 16 anni è stata azzannata da 3 cani randagi che dopo averla rincorsa l’ hanno raggiunta e morsa all’arto sinistro provocandole lacerazioni al polpaccio. Il misfatto è accaduto in contrada Reda. Marianna Zucchetto, questo il nome della ragazza aggredita, si trovava a bordo di uno scooter in compagnia di un amico. Il branco di randagi ha dapprima rincorso i ragazzi a bordo della moto e quando la giovane ha alzato la gamba per farli allontanare i cani hanno afferrato l’arto facendola cadere sull’asfalto dove hanno continuato ad azzannarla. Grazie al tempestivo intervento dell’amico il branco si è allontanato permettendo ai ragazzi di scappare. La ragazza è stata subito trasportata al pronto soccorso dove i medici hanno riscontrato escoriazioni multiple provocate dai morsi dei cani. I sanitari per precauzione le hanno prescritto alcuni antibiotici, la prognosi prevede un decorso sanitario di 6 giorni. Il padre della ragazza, ha denunciato l’episodio presso il comando dei vigili urbani. Il vice sindaco, Gaetano Rizzo, appresa la notizia, si è recato personalmente in casa della giovane per accertarsi delle condizioni di salute. Con quello di ieri i casi di aggressione in città diventano 4. Alcuni mesi addietro, un altro giovane canicattinese, Riccardo Daniele, mentre si trovava in via barone Lombardo nei pressi di un cassonetto dei rifiuti, è stato aggredito e azzannato da un branco di cani randagi che gli ha procurato ferite profonde e lacerazioni sparse in tutto il corpo. In città la situazione è molto grave tanto da spingere la gente ad avvelenare gli animali pur di non vederli gironzolare. Un atto di inciviltà di cui si stanno occupando le forze dell’ordine. Canicattì ha una delle situazioni più critiche della provincia di Agrigento. I cittadini non sono molto contenti del modo di agire del Comune in ambito di controllo del randagismo, chiedono l’istituzione di un canile pubblico. Per molti bisognerebbe costruire un rifugio sanitario con fondi comunali senza aspettare i finanziamenti della Regione. Tale opera infatti, consentirebbe sia la risoluzione del problema che la creazione di nuove occupazioni. La gestione infatti, potrebbe essere affidata ad un’associazione di volontariato.