Querelle tra l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro e Agostino De Caro, sacerdote della Chiesa ortodossa autocefala d’Europa, l’Arcigay scende in campo in sostegno del loro ex presidente e annuncia: “chiederemo di essere scomunicati”. La vicenda, si ricorderà, balzò all’onore delle cronache quando, a fine giugno, venne diffusa la notizia che il pastore della chiesa agrigentina aveva diffuso alle parrocchie una lettera nella quale si diceva che le “Chiese ortodosse legittime” non riconoscevano la “Chiesa ortodossa Autocefala” e che quindi l’ordinazione sacerdotale e la consacrazione episcopale conferita a De Caro nel giugno del 2012 era da ritenersi illegittima. “Si fa pertanto divieto a pretesi atti di culto del sig. De Caro sotto pena di incorrere nella scomunica – spiegava l’arcivescovo-”. Insomma, una procedura “burocratica”: la chiesa non è riconosciuta, quindi le ordinazioni sacerdotali sono abusive. Una versione che però non convince la comunità Lgbt, che, attraverso l’attuale presidente di Arcigay Agrigento, Leandra Monachino, ha diffuso sul web un modello pre stampato da inviare all’Arcidiocesi. Nel documento si parla di “discriminazione da parte della Curia” nei confronti di Agostino De Caro, “delegittimato – scrivono – da talune chiese ortodosse dei sacramenti riconosciuti dalla Chiesa Ortodossa Autocefala d’Europa e dalla Chiesa Cattolica Ecumenica, perchè persona con orientamento omosessuale”. Un fatto questo, si legge ancora nella richiesta“contrario agli insegnamenti di Cristo”. Quindi, continua la lettera, si riconosce “Mons. Agostino De Caro come Vescovo della Chiesa Cattolica Ecumenica a degno titolo” e, conseguentemente, si chiede la scomunica.

G.Sch.