Iniziati con le persone in carcere gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta “La carica delle 104″. La sola Giuseppa Gallo, medico specializzata in pneumologia, ha parlato, difendendosi, davanti al Gip del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti. Scena muta davanti al giudice per i due personaggi chiave dell’indagine: il bidello di Favara Antonio Alaimo e il pensionato di Raffadali Daniele Rampello, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Anche il medico agrigentino Antonino Scimè non ha parlato, preferendo il silenzio: “E’ ancora sotto shock” ha detto il suo legale. L’ultimo degli indagati finiti in cella Giuseppe Candioto, reumatologo, candidato alle ultime elezioni amministrative di Agrigento, al momento dell’arresto si trovava in Lombardia. E’ stato tradotto nel carcere di Opera e non è stata disposta nessuna rogatoria per l’interrogatorio. E’ già stato trasferito ad Agrigento. Interrogato ieri anche il radiologo Alfonso Russo, di Aragona, che si trova agli arresti domiciliari.
C’è anche il mondo della scuola nell’inchiesta “La carica delle 104″.Penalizzati i veri invalidi, le cui pratiche per il riconoscimento sarebbero state rallentate, per “aiutare” i falsi invalidi e soprattutto docenti. Nelle sedi della provincia di Agrigento troppi trasferimenti di maestre e professoresse non convincono. Soprattutto c’è una presenza massiccia di loro familiari invalidi, che in molti casi non sarebbero tali. La corsia preferenziale, per legge, spetta anche agli stessi docenti affetti da patologie. Dagli atti spunta un caso di un certificato medico falso “comprato”, dal quale dovevano risultare problemi polmonari. La Digos e la Procura di Agrigento continuano ad indagare nell’ambito del sistema scuola per l’eventuale presenza di abusi con la legge 104.
“Un circo dove si esibiscono procacciatori, medici, paramedici, intermediari e beneficiari. Sono le parole del Gip del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, firmatario dell’ordinanza cautelare. Parole che devono fare riflettere”. Così ha parlato il procuratore capo Renato Di Natale. Parole che fanno riflettere. Oltre trecento gli episodi contestati nell’inchiesta “La carica delle 104″, decine dei quali si materializzano situazioni grottesche e registrate dalle telecamere nascoste piazzate dalla Polizia in ambulatori dell’Asp. Pazienti falsi beneficiari della 104 che ottenevano quanto richiesto dietro al pagamento di 100 o al massimo 200 euro. Non finiva qui. Perché ottenuta la pensione il beneficiario corrispondeva l’insolvenza con futuri versamenti. C’erano accordi che prevedevano un mese di pensione toccava al paziente, quello successivo al medico. Si andava così fino ad arrivare alla somma pattuita inizialmente. Intrallazzi veri e propri che riguardavano pensioni, trasferimenti di luoghi e assegni d’invalidità
Come parte l’indagine e i primi sviluppi. Risale al 21 novembre del 2011 una prima nota informativa della Digos di Agrigento in cui si dava conto di notizie confidenziali circa l’esistenza di un sistema di gestione illecita delle “pratiche” aventi ad oggetto l’accertamento dello stato di invalidità del soggetto richiedente. Gli agenti individuavano in alcuni soggetti (Calogero Stagno, Antonio Alaimo, Antonio Chianetta, Giuseppe Vincenzo Terrazzino, Tommaso Argento, Saverio Saverino e Luigi Argento) gli intermediari e i gestori di queste pratiche illecite. La pesca, se non miracolosa, riusciva perlomeno utile, giacché il dato che si ricavava compulsando le banche dati Inps e Asp recava all’attenzione degli inquirenti una lampante singolarità statistica: ben 37 invalidi civili si contavano tra i parenti dei sette individui sopra elencati, per una media di oltre cinque ciascuno. Di altri elementi di interesse investigativo era detto nella stessa nota: di un colloquio tra gli investigatori ed il direttore dell’Inps di Agrigento, Piro, nel quale lo stesso, da un lato, mostrava un esposto anonimo datato il 13 novembre del 2000, in cui si parlava di dette vicende illecite e si chiamava in gioco la persona di Tommaso Argento, dall’altro, evidenziava come in passato alcune persone dell’Asp di Agrigento fossero stati coinvolti in procedimenti penali per fatti analoghi. Dei verbali di due insegnanti, gli stessi si assumevano la paternità dell’esposto anonimo del 17 settembre del 2007, presentato da 44 insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia che denunciavano abusi con riferimento all’applicazione della legge 104 nel comparto scuola della provincia di Agrigento. Si trattava di primi spunti investigativi, che avviassero un percorso di indagine che prometteva di smuovere le paludi di illegalità in cui, per comune percezione, si ipotizzava immerso l’ambito amministrativo deputato al riconoscimento delle invalidità civili. Veniva poi assunta a sommarie informazioni Chiara Baglieri, individuata quale firmataria di due esposti indirizzati alla Procura della Repubblica. La donna dichiarava di non essere l’autrice degli esposti epperò confermava, per quel che rileva, che nel comparto scuola, ove lei è impiegata, il fenomeno di persone che beneficiano della legge “104” è dilagante ( “….. In un’occasione io e la mia collega Napolitano Angelina discutendo tra di noi, dicevamo: ma come è possibile prendono tutti la 104, non fanno delle visite fiscali serie? A questo punto cifra troviamo un braccio e anche noi ci facciamo la 104”).
La Digos ascolta il direttore dell’Inps, Gerlando Piro. Piro “interlocutore privilegiato” in materia, illustrava compiutamente il sistema normativo che sta alla base dei procedimenti amministrativi per ottenere i benefici e le agevolazioni connessi ad un accertamento di uno stato di invalidità. Affermava, inoltre, di essere a conoscenza degli abusi esistenti nel sistema di riconoscimento dell’invalidità e delle conseguenti agevolazioni, e di essere precipuo suo scopo quello di eliminare gli stessi. In particolare dichiarava: “Con riferimento alla mia personale conoscenza del fenomeno “falsi invalidi” posso dire che la stessa deriva: dai numeri appena indicati; dagli esiti delle verifiche straordinarie effettuate all’interno dello stesso organo Inps; dai numerosi e continui esposti anonimi che arrivano sulla mia scrivania; dal chiacchiericcio che spesso giunge alle mie orecchie circa la l’attività di faccendieri interni ed esterni all’Inps che si occupano di queste pratiche”; “….. Mi rendevo conto che in punti fondamentali del sistema di erodere persone, come dire, discusse e oggetto di quel chiacchiericcio di cui ha parlato di sopra”; Pur con tutte le cautele del caso (“…. Innanzitutto, devo dire che io non ho alcuna prova che queste persone abbiano svolto in passato e tuttora svolgano una qualche attività illecita mi limito semplicemente a riportare il chiacchiericcio che quanto da me fatto della qualità di direttore provinciale dell’Inps..” )