Questo è ciò che meritiamo. Dopo dieci anni di travaglio per tutelare la Categoria su costi minimi e sicurezza, anni di fallimenti e indebitamenti, sembra sia stata definitivamente decretata la fine più tragica che poteva prospettarsi.
Intere generazioni di autotrasportatori falliti.
Bisognerebbe chiedere i danni a chi ha creato le condizioni perché tale disastro si verificasse.
Quando avevamo puntato il dito contro le Sigle Nazionali, denunciando che il loro interesse fosse limitato alla gestione dei fondi per le Autostrade, all’Albo ed alla formazione, ci hanno definiti denigratori.
Quando annunciavamo il fermo, ci accusavano di non agire con senso di responsabilità, anche perché con la “pace sociale” si sarebbe risolto tutto, che questo tutto, poi, riguardava sempre Loro.
E così ci ritroviamo con il Governo che decide e va avanti senza il parere della Categoria, definendo in questa maniera la morte di migliaia di piccole e medie aziende, il tutto a favore delle solite lobbies e di quelle aziende strutturate iscritte alle grandi “Conf”ederazioni.
Nessuno oggi ha il coraggio di lottare per i propri diritti, né di fermarsi per dimostrare la propria delusione.
Dal dopoguerra il Nostro Settore è stato il motore di questa Nazione, che ci rispettava senza alcun sindacato.
Mentre oggi, rappresentati da corporazioni dalle sedi faraoniche, situate nel centro della Capitale, veniamo trattati malamente, perseguitati e braccati dalla polizia come neanche i criminali, soprattutto a causa di quella legge delega del 2005, che avrebbe dovuto tutelarci in materia di sicurezza.
Fa veramente troppa rabbia, soprattutto ripensando a quello che abbiamo subito insieme a molti autotrasportatori: denunciati, arrestati e condannati, e poi per cosa, per difendere il niente perché in fin dei conti questa Categoria è morta.
Associazione A.I.A.S.
Il Presidente
Giuseppe Richichi