rigassSpesso o forse non troppo  nella vita si dicono delle cose che spesso non vengono recepite, spesso stravolte e a volte denigrate. E’ quello che mi è successo personalmente poco meno di dieci anni or sono, quando una sedicente società ( ancora Enel stava in un cantuccio in attesa delle autorizzazioni) presentava un progetto per la realizzazione di un rigassificatore a Porto Empedocle. Fui il primo a iniziare la battaglia affinché si potesse evitare di realizzare un impianto di  una pericolosità inaudita a pochi passi dal centro abitato. Iniziai a studiare la materia , chiedendo informazioni a luminari, come il prof De Santis, leggendo alcuni articoli dello stesso Piero Angela e di tanti luminari della materia che concordavano sulla pericolosità dell’impianto.

In diverse uscite pubbliche e articoli dell’epoca da me redatti, feci presente che oltre a pericolosità oggettive che comportava quel tipo di impianto , vi era un pericolo di natura logistica che faceva riferimento al continuo flusso di immigrati clandestini che allora come ora affollano quello specchio di mare, e che un eventuale attacco terroristico avrebbe visto nel rigassificatore il detonatore perfetto per realizzare le gesta violente e senza scrupoli di eventuali terroristi. Apriti cielo; venni accusato di terrorismo mediatico, di allucinazioni che mi facevano vedere scenari assolutamente improbabili, di fare disinformazione. Ebbi il mondo intero contro. Alcuni miei stessi concittadini, coloro che stavo tentando di difendere da una speculazione senza scrupoli non esitarono a voltarsi contro. Le forze politiche non ne parliamo. I vari onorevoli di matrice empedoclina, assessori, consiglieri comunali di diversa estrazione , mi apostrofavano, dicendomi che a queste cose si pensa quando si ha “la panza china”. Alcuni ben pensanti costruirono campagne elettorali sulla realizzazione di questa bomba, la cui esplosione venne paragonata da Piero Angela all’esplosione di diverse bombe atomiche. Oggi vi confesso che non lo dico con la soddisfazione che tale considerazione meriterebbe, ma vi assicuro che con i venti di guerra che soffiano alle nostre porte , credo sarebbe stato necessario l’evacuazione di buona parte della provincia di Agrigento, considerando che l’eventuale esplosione, dicono gli esperti avrebbe conseguenze per un raggio di circa 35 km quadrati. L’Isis oggi avrebbe trovato facilmente un obiettivo da colpire con minimo sforzo ma un devastante risultato. Non mi aspetto che adesso chi mi ha apostrofato, ammonito, contrariato, chieda scusa , ma mi aspetto che dentro il cuor suo dica, che quel visionario altri non era  uno  che vedeva al di là dell’orizzonte del nostro mare. Vorrei infine  dire che se ad oggi non si è ancora realizzato , vi assicuro che i motivi non sono le giuste perplessità mosse all’epoca e oggi diventate concrete, ma ben altri….


Cesare Sciabarrà