“Il progetto del rigassificatore di Porto Empedocle è stato per anni messo in naftalina, anche perché le comunità locali non sempre sono state adeguatamente rinformate e c’è ancora oggi una parte della società scettica e in allarme rispetto a questo tema. Dobbiamo fare capire che il rigassificatore non può e non deve costituire un pericolo per l’incolumità dei cittadini”. Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenendo stamattina nel corso della trasmissione ‘Omnibus’ su La7, parlando del conflitto in atto tra Russia e Ucraina e delle ripercussioni che questo potrebbe avere sulle forniture di gas per la Sicilia, per l’Italia e in generale per l’Europa.

“Putin ha un punto in vantaggio in questo momento e lo avrebbe qualunque capo di stato nella sua condizione. – prosegue – Mi chiedo se dovevamo aspettare la guerra nell’Est Europa per scoprire che l’Italia importa almeno il 90% del gas dall’estero e scoprire, che buona parte di questo gas arriva dalla Russia. Per scoprire che non abbiamo mai avuto un piano energetico in Italia degno di questo nome. Pensare di potere trovare una soluzione, in tempi brevi e di emergenza, diventa una generosa e buona volontà. Occorreva pensarci in tempo necessario per capire come potere attingere e come creare rete autonoma. Noi in Sicilia non giochiamo un ruolo marginale ma strategico per la collocazione geografica, siamo il baricentro del Mediterraneo. Riceviamo gas a Gela e Mazara del Vallo. Il 30% del gas arriva dall’Algeria e in Sicilia possiamo ancora disporre di giacimenti di gas. Il tema però è capire quanto si possa avviare celermente questa procedura per ridurre il divario rispetto al fabbisogno che non è Siciliano, ma sappiamo bene che l’isola a tal proposito fa da tramite ed è disposta a farlo a patto che ci sia un minimo di misura compensativa. Abbiamo già, da prima ancora che scoppiasse la guerra, pensato ad un piano per fare questo”, conclude Musumeci.