Pugno di ferro della Questura contro la movida violenta in provincia di Agrigento. Ad annunciarlo è lo stesso questore Emanuele Ricifari dopo i gravissimi episodi di violenza gratuita ed inaudita verificatisi negli ultimi giorni tra Canicattì e la Città dei Templi. Il questore analizza un quadro per certi versi disarmante: ragazzini che fanno a botte per futili motivi, il rischio del dramma sempre dietro l’angolo e una scarsa collaborazione dei cittadini.

Ricifari lancia un duro affondo: “Non è pensabile che nessuno dei residenti o dei titolari dei locali in cui si verificano questi incresciosi episodi veda niente. Se troveremo le conferme investigative denuncerò anche loro. Non è possibile che le risse avvengano in via Atenea o nella piazza centrale di Canicattì e non arrivi neanche una segnalazione alla polizia.”

Il questore è rammaricato per un atteggiamento passivo di una parte della popolazione di fronte a queste scene: “Ho ragione di ritenere che ci sia un senso civico assente che però si presenta puntualmente nel momento di lamentarsi.” Violente risse che non vengono denunciate alle forze dell’ordine ma spesso, come nell’ultimo caso di Canicattì, vengono riprese con i cellulari e diffuse poi sui social: “Riprendono la rissa ma non chiamano la polizia, una cosa gravissima – ha detto Ricifari – non è normale non avere la collaborazione minima dei cittadini”.