Un’analisi del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne e Unioncamere sulle stime 2022 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, misura la capacità di spesa della popolazione residente in Italia. il Mezzogiorno ha allungato il passo più del resto del paese nel post Covid, mettendo a segno nel periodo considerato un incremento del reddito familiare in termini monetari- al lordo degli effetti inflativi – del 9,1%, contro il +8,3% dell’Italia nord-occidentale, il +7,7% del Nord-Est e il +7,3% dell’Italia centrale. Tuttavia, se si guarda al reddito pro-capite delle famiglie è ancora Milano con 32.855 euro per abitante in cima alla graduatoria delle province italiane, seguita da Bolzano (27.966 euro) e da Monza e della Brianza (27.520 euro). Mentre sul fronte opposto gli
ultimi posti sono tutti occupati da province meridionali con Enna che chiude la classifica con 13.701 euro, preceduta da Agrigento (13.725 euro) e Caserta (13.923 euro). Ma complessivamente il reddito disponibile pro-capite al Sud ha recuperato terreno, anche per effetto delle politiche redistributive: se i 14.432 euro del 2019 rappresentavano il 74,9% del valore medio italiano, i 16.046
euro del 2022 ne costituiscono il 76,0%.
“I dati negativi che fanno riferimento alla provincia di Agrigento – sottolinea il Commissario straordinario della Camera di commercio Giuseppe Termine –
confermano che, il tema vero resta quello della crescita della base produttiva per assicurare una occupazione di maggiore qualità e una più elevata consistenza del reddito delle famiglie. In questa direzione occorre venire fuori dalle situazioni di precarietà oggi più diffuse in territori a ritardo di sviluppo come il nostro”.