Il sostituto procuratore della Repubblica, Elenia Manno, ha avanzato la richiesta di condanna a 30 di reclusione nei confronti di Salvatore Gioacchino Sedita, il trentaquattrenne che lo scorso anno uccise con quasi cinquanta coltellate padre e madre nell’appartamento che condividevano a Racalmuto. Il pubblico ministero non ha chiesto la pena dell’ergastolo anche alla luce della perizia psichiatrica effettuata dagli specialisti Leonardo Giordano e Osvaldo Azzarelli che hanno sancito che “all’epoca degli episodi criminosi addebitatigli era affetto da infermità di mente in misura tale da scemare grandemente senza escludere la sua capacità di intendere e volere”.

Nell’udienza di ieri hanno discusso anche tutte le altre parti, ovvero difesa e parte civile. La prima, rappresentata dall’avvocato Ninni Giardina, ha depositato una memoria sostenendo la tesi della totale capacità di intendere e volere dell’imputato. La parte civile è invece sostenuta dagli avvocati Giuseppe Zucchetto, Giuseppe Barba e Giuseppe Contato. La Corte di Assise, presieduta dal giudice Giuseppe Miceli, ha rinviato l’udienza al prossimo 26 settembre per la sentenza.