La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato il testamento di Papa Francesco, datato 29 giugno 2022, poche ore dopo la sua morte per un ictus emorragico alle 7:35 a Casa Santa Marta.
Nel documento, il Pontefice esprime il desiderio di essere sepolto nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, rompendo con la tradizione di San Pietro. “Desidero che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore”, scrive Francesco.
Un testamento di fede mariana
Papa Francesco affida il suo ultimo desiderio alla Vergine Maria, cui dedica il suo ministero. Nel testamento, dichiara: “La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima”. Sceglie la Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si recava a pregare prima e dopo ogni viaggio apostolico, come luogo di sepoltura. Specifica che la tomba, situata nella navata laterale tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, sarà semplice, scavata nella terra, con la sola iscrizione “Franciscus”. “Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro”, sottolinea, coerentemente con il suo stile sobrio.
Dettagli organizzativi della sepoltura
Francesco pianifica con precisione la sua sepoltura. Le spese, coperte da un benefattore anonimo, saranno trasferite alla Basilica tramite Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano. “Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto”, scrive il Papa. L’allegato al testamento indica il loculo esatto, vicino alla venerata icona della Salus Populi Romani, simbolo della protezione mariana. Questa scelta riflette non solo la devozione personale, ma anche il desiderio di un riposo umile, lontano dai fasti delle Grotte Vaticane.
Cause mediche del decesso
Il Direttore della Sanità vaticana, Andrea Arcangeli, certifica la morte di Francesco: “Certifico che Sua Santità Francesco (Jorge Mario Bergoglio) è deceduto alle ore 7.35 del giorno 21/04/2025 nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta per: ictus cerebri, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile”. L’ictus emorragico, confermato da un’elettrocardiotanatografia, si verifica in un paziente con un quadro clinico complesso: ipertensione arteriosa, diabete di tipo II, bronchiectasie multiple e un episodio di insufficienza respiratoria acuta da polmonite bilaterale nel febbraio 2025. L’emorragia cerebrale, rapida e devastante, provoca un coma e un arresto cardiaco.
Contesto clinico di Francesco
Negli ultimi anni, la salute di Francesco si deteriora. Nel 2021 e 2023, interventi chirurgici al Policlinico Gemelli affrontano problemi intestinali. Nel 2024, bronchiti ricorrenti e infezioni respiratorie lo debilitano. Nel febbraio 2025, una polmonite bilaterale multimicrobica richiede 38 giorni di ricovero, con due crisi gravi. L’ipertensione e il diabete, gestiti con terapie, aumentano il rischio di eventi vascolari. “La fragilità cardiovascolare, combinata con l’età avanzata, ha reso l’ictus una complicazione prevedibile”, spiegano i medici del Gemelli. Nonostante le cure, l’evento del 21 aprile si rivela inarrestabile.
Impatto dell’ictus emorragico
Un ictus emorragico si verifica quando un vaso cerebrale si rompe, causando un’emorragia che danneggia il cervello. La pressione del sangue comprime i tessuti, interrompendo funzioni vitali come la respirazione e il battito cardiaco. Fattori come l’ipertensione, presente in Francesco, sono la causa principale, con il rischio che raddoppia oltre gli 80 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli ictus provocano 6,5 milioni di morti l’anno, con l’ictus emorragico che rappresenta il 13% dei casi ma il 40% dei decessi per la sua gravità. La rapidità dell’evento, come nel caso del Papa, limita le possibilità di intervento.
Reazioni e transizione ecclesiale
La morte di Francesco, annunciata dal cardinale Kevin Farrell, Camerlengo, segna l’inizio della Sede Vacante. “Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre”, dichiara Farrell. Le campane di San Pietro suonano a lutto, seguite da quelle di Roma. Il Collegio dei Cardinali si prepara al Conclave, che si terrà entro 20 giorni nella Cappella Sistina. Intanto, i riti funebri, riformati da Francesco nel 2024, prevedono l’esposizione della salma nella bara aperta a San Pietro e la sepoltura a Santa Maria Maggiore. La semplicità del testamento riflette il magistero di un Papa che ha sempre cercato l’umiltà.
Un lascito di sofferenza e pace
Nel testamento, Francesco offre un ultimo messaggio: “La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”. Questo richiamo alla pace, centrale nel suo pontificato, risuona mentre la Chiesa si prepara al futuro. La scelta di Santa Maria Maggiore, un santuario mariano antico, e la tomba spoglia incarnano un’eredità di fede semplice e universale, destinata a influenzare i futuri Pontefici.
Riti semplificati per un Papa “come ogni cristiano”
Le nuove norme per le esequie papali, curate dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, ridisegnano il rito funebre in tre fasi principali, eliminando elementi considerati superflui. “Una seconda edizione si è resa necessaria – ha dichiarato l’arcivescovo Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, ai media vaticani – anzitutto perché Papa Francesco ha chiesto, come dichiarato da lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto”.
Tra le novità più rilevanti:
La constatazione della morte avviene nella cappella privata del Pontefice, non più nella sua camera.
La salma viene deposta immediatamente in un’unica bara di legno con un rivestimento interno di zinco, eliminando le tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere.
L’esposizione del corpo avviene direttamente nella bara aperta, senza l’uso di un alto catafalco, per una venerazione più sobria.
La traslazione in Basilica di San Pietro è unica, con la chiusura della bara e la celebrazione della messa esequiale.
La tumulazione, nel luogo scelto (in questo caso Santa Maria Maggiore), conclude il rito.
Queste innovazioni mirano a sottolineare che il Papa è “un pastore e discepolo di Cristo, non un potente di questo mondo”, come sottolineato da Ravelli.
Un funerale più snello, ma con dignità
Papa Francesco ha più volte espresso il desiderio di un funerale “con dignità, ma come ogni cristiano”. In interviste passate, Bergoglio aveva anticipato la sua contrarietà a un’esposizione su un catafalco, preferendo una cerimonia che rifletta semplicità e fede. La nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum risponde a questa visione, eliminando formalità arcaiche e concentrandosi sul significato spirituale della morte e della resurrezione. La semplificazione dei titoli pontifici e l’adattamento dei riti liturgici rafforzano ulteriormente questo approccio.
Sicurezza rafforzata attorno al Vaticano
In previsione dei funerali papali, la Questura di Roma ha intensificato i controlli nell’area attorno al Vaticano. Il questore Roberto Massucci, dopo una consultazione con il prefetto, ha disposto una rimodulazione dei dispositivi di sicurezza, incrementando la presenza di forze dell’ordine nelle zone adiacenti a San Pietro. L’afflusso di fedeli, già intenso, richiede misure straordinarie, che includono il pattugliamento del Tevere da parte della polizia fluviale e la sorveglianza delle banchine.
Secondo fonti ufficiali, il piano di sicurezza potenziato resterà attivo fino alla data del funerale, quando entrerà in vigore un dispositivo dedicato. La Questura sta lavorando a un piano dettagliato per gestire l’evento, che si prevede attirerà milioni di pellegrini da tutto il mondo.