Esprimiamo con fermezza la nostra contrarietà alla proposta di intitolare una via cittadina a Sergio Ramelli, militante del
Fronte della Gioventù, ucciso nel 1975. È doveroso ribadire, con assoluta chiarezza, che non si intende in alcun modo minimizzare la tragica morte di un giovane ragazzo, vittima della violenza politica che ha insanguinato l’italia negli anni Settanta.
La condanna di ogni forma di terrorismo, da qualunque parte provenga, è per noi un principio irrinunciabile.
Tuttavia, nel caso dell’intitolazione di una via di Campobello di Licata a Ramelli, non si tratta semplicemente di ricordare una vittima, ma di assegnare un riconoscimento pubblico e simbolico a una figura che rappresenta, per larga parte del mondo neofascista, un’icona ideologica. Non è un caso isolato. In numerosi luoghi d’Italia, infatti, si moltiplicano iniziative analoghe che non hanno l’intento del ricordo imparziale, ma piuttosto quello di creare spazi di celebrazione dell’orgoglio fascista e di affermazione identitaria dell’estrema destra.
Basta un rapido sguardo alle cronache degli ultimi mesi o a una ricerca sul web per comprendere chiaramente cosa si muove oggi nel mondo neofascista italiano. Siamo di fronte a un preoccupante crescendo di episodi di intolleranza, violenza politica, razzismo, xenofobia e omofobia.
L’ultima in ordine di tempo: la manifestazione a Gallarate contro gli immigrati, dove sono stati esibiti slogan e simboli riconducibili chiaramente all’ideologia fascista, neofascista e neonazista. Un clima che non può e non deve essere tollerato.
Ricordiamo che la Costituzione Italiana vieta espressamente la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista
L’articolo 12 delle Disposizioni transitorie e finali della Costituzione, insieme alla Legge Scelba (n. 645/1952) e alla Legge Mancino (n. 205/1993), sancisce il divieto di esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del fascismo, nonché ogni forma di manifestazione esteriore che si richiami ad esso.
Per queste ragioni chiediamo al Consiglio Comunale e all’Amministrazione Comunale di rigettare la mozione di intitolazione di una via alla memoria di Sergio Ramelli.
Se davero si intende onorare tutte le vittime del terrorismo politico, chiediamo che si segua un altro percorso: si intitoli piuttosto una via, una piazza, un’area pubblica alle vittime del terrorismo politico italiano, nel pieno rispetto della legge e della memoria condivisa In questo senso, richiamandoci allo spirito della legge n. 56 del 4 maggio 2007, che ha istituito il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice (celebrato ogni 9 maggio, data dell’assassinio di Aldo Moro), invitiamo l’Amministrazione a promuovere un gesto che sia davero inclusivo, democratico e rispettoso dei valori costituzionali.
ANPI SEZIONE “TINA ANSELMI” CAMPOBELLO DI LICATA