Un nuovo importante passo nella lotta contro il diabete di tipo 1 arriva da Palermo. All’ospedale Villa Sofia-Cervello, l’equipe medica dell’Unità operativa complessa di Endocrinologia Adulti, diretta dal dottor Alfredo Caputo, ha somministrato il Teplizumab a un paziente di 19 anni. Si tratta del secondo caso in Italia, dopo il primo avvenuto sempre nel capoluogo siciliano, al Policlinico, su una giovane di 23 anni.

Teplizumab: una terapia che può cambiare la storia del diabete di tipo 1
Il Teplizumab è un anticorpo monoclonale anti-CD3 approvato dalla FDA (Food and Drug Administration) nel novembre 2022 e disponibile in Italia da ottobre 2024 in regime di uso compassionevole. Il suo impiego rappresenta una svolta nel trattamento precoce del diabete di tipo 1: il farmaco è in grado di ritardare significativamente l’esordio clinico della malattia, modificandone la storia naturale e agendo prima ancora della comparsa dei sintomi conclamati.


“Un grande riconoscimento va al team diretto dal dottore Caputo,” ha dichiarato il direttore generale dell’AOOR Villa Sofia-Cervello, Alessandro Mazzara. “Questi due casi siciliani, i primi in Italia, confermano la sensibilità della scuola diabetologica palermitana verso le patologie autoimmuni e la loro cura.”

Mazzara ha inoltre annunciato che l’azienda ospedaliera sta lavorando a un percorso diagnostico mirato per i pazienti con alterazioni della glicemia e una storia personale o familiare positiva per patologie autoimmuni. L’obiettivo è rendere accessibile questa opportunità terapeutica a un numero sempre maggiore di pazienti.

La somministrazione del Teplizumab a Villa Sofia-Cervello non è solo un risultato clinico, ma anche un segnale concreto di come la sanità siciliana possa essere pioniera nell’adozione di terapie innovative, capaci di incidere realmente sulla vita dei pazienti.