L’onorevole Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati, accende i riflettori su un nodo centrale del sistema finanziario italiano: il potere concentrato nelle mani della Crif S.p.A., principale operatore privato nella gestione dei dati creditizi.

Secondo Romano, il sistema di accesso al credito in Italia è fortemente sbilanciato. La società sfrutterebbe, infatti, una posizione dominante, che penalizza cittadini e imprese: “Segnalate criticità, inefficienze e violazioni dei dati personali e dei diritti degli utenti. Presentata una mia interrogazione al Ministro dell’Economia e a quello delle Imprese e del Made in Italy”.


Posizione dominante sui dati creditizi
Romano contesta l’equilibrio del sistema: “La CRIF S.p.A – centrale di rischi di intermediazione finanziaria – è un soggetto privato che gestisce una delle principali banche dati creditizie in Italia, raccogliendo informazioni su milioni di cittadini e imprese riguardo a mutui, finanziamenti, carte di credito e affidamenti bancari”, informazioni “utilizzate dalle banche e dagli intermediari finanziari per determinare l’accesso al credito” che influenzano “la vita economica delle famiglie e delle imprese”.

Secondo il deputato tale posizione conferisce alla CRIF una condizione di quasi monopolio informativo, visto che la maggior parte delle decisioni di affidamento creditizio si fondano su dati da essa forniti.

“Nel nostro Paese operano anche altri Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC), il CTC – Consorzio per la Tutela del Credito, Experian Italia S.p.A. e il sistema Assilea SIC Leasing, che raccolgono e gestiscono dati creditizi”. Queste, però, hanno una diffusione e rilevanza nettamente inferiori rispetto a CRIF.

D’altro canto la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia ha solo “finalità di vigilanza e non incide in maniera diretta sull’accesso al credito delle famiglie e delle piccole imprese”.

Il risultato? Emergono da più parti “criticità connesse al sistema, soprattutto in merito ad errori nelle segnalazioni, con gravi ripercussioni per i cittadini e grandi difficoltà nell’ottenere correzioni e rettifiche in tempi rapidi, ma anche opacità delle procedure di gestione e utilizzo dei dati personali”.

Serve un sistema pubblico sul modello europeo
Per Romano, serve un cambio di rotta, occorre una gestione pubblica, imparziale e trasparente di tali informazioni, riducendo la dipendenza da un unico operatore privato”.

Il deputato chiede, inoltre, un’analisi approfondita sul funzionamento della Crif e sul suo impatto concreto sull’accesso al credito, proponendo l’istituzione di una Centrale Rischi pubblica, parallela a quella privata, sul modello di altri Paesi europei dove gli archivi creditizi sono sotto controllo statale o rigidamente regolamentati.

Un sistema di questo tipo garantirebbe, secondo Romano, “maggiore equità di trattamento e tutela dei dati personali”. Infine, occorrono “controlli sulle segnalazioni e sui meccanismi di rettifica delle banche dati creditizie private, anche attraverso il coinvolgimento del Parlamento”.