E’ allarme a tutti i livelli sull’uso dei fondi del Pnrr il cui impiego scadrà fra un anno, ma anche su altri fondi comunitari in generale. A ribadirlo sono i costruttori del Sud riuniti a Palermo.

L’Allarme di Ance Sud
Dal Comitato per il Mezzogiorno e le Isole di Ance un appello a sfruttare tutti gli strumenti ad hoc di flessibilità suggeriti dall’Europa per non perdere le risorse e investire su obiettivi sociali come casa accessibile e adattamento climatico.


“Le imprese sono pronte a garantire il massimo impegno per accelerare la realizzazione delle opere Pnrr nel Mezzogiorno, dove si registra un ritardo rispetto al resto del Paese soprattutto per quelle più grandi. Ma per non rischiare di perdere le risorse bisogna necessariamente sfruttare la flessibilità concessa dall’Europa” sostiene il presidente del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance, Giovan Battista Perciaccante, in una riunione straordinaria estesa a tutti i presidenti delle associazioni territoriali del Meridione, che si è tenuta oggi a Palermo, presso la sede territoriale dell’Ance a Palazzo de Seta.

Gli ultimi dati disponibili
Secondo gli ultimi dati disponibili, l’Ance stima che un quarto dei fondi Pnrr spesi per la realizzazione delle opere pubbliche riguardi interventi del Mezzogiorno. In questo quadro forte è la preoccupazione di perdere risorse preziose per la crescita del Meridione e il recupero di competitività di un’area strategica nel cuore del Mediterraneo.

“Un rischio che – ha sottolineato Perciaccante – non possiamo permetterci di correre, anche in vista delle altre opportunità derivanti anche dalla revisione di medio termine dei Fondi strutturali 2021-2027 approvata all’Ue e dal nuovo Bilancio europeo, quadro finanziario pluriennale 2028-2034”.

“Ecco perché – ha spiegato Perciaccante – è strategico seguire la strada già indicata dall’Unione europea, attraverso la costituzione di strumenti finanziari ad hoc che consentano di impiegare le somme Pnrr non spese anche dopo il 2026. Questi strumenti potrebbero rappresentare anche una leva importante per stanziare risorse verso obiettivi di grande rilevanza sociale, come la casa accessibile e l’adattamento climatico”, ha continuato Perciaccante, che ha garantito “la disponibilità dell’Ance e di tutte le associazioni territoriali del Mezzogiorno a dare il proprio contributo affinché tali priorità possano trovare un adeguato riconoscimento e spazio all’interno delle programmazioni regionali di spesa dei fondi europei”.

La revisione della politica di coesione indica la strada
Per il presidente regionale di Ance Sicilia, Salvo Russo, “la revisione della Politica di coesione, appena approvata dal Parlamento europeo e diventata legge, indica la strada maestra e può rappresentare anche l’opportunità per il governo regionale, che ha già dichiarato disponibilità in tal senso e ha già avviato alcuni atti importanti, di rifocalizzare, in un auspicabile confronto con le parti sociali, alcune parti della programmazione regionale siciliana su temi che noi riteniamo
prioritari per l’Isola: certamente la casa accessibile, l’housing sociale, la rigenerazione urbana e l’adattamento climatico, ma anche l’emergenza idrica. La rimodulazione su queste priorità di almeno il 10% dei programmi, secondo la riforma della Politica di coesione, dà diritto ad ottenere maggiori prefinanziamenti e ulteriori incentivi e più tempo per completare gli interventi”.

Nel mirino la crescita del Mezzogiorno
“Il nostro faro – ha concluso il presidente del Comitato per il Mezzogiorno e le isole di Ance, Giovan Battista Perciaccante – è la crescita economica e sociale del Mezzogiorno, un’area che negli ultimi
anni sta dimostrando di potere rialzare la testa. Per questo abbiamo il dovere di accelerare la spesa investendo anche su obiettivi capaci di generare crescita sostenibile e coesione sociale”.

Falcone: “Preoccupazioni condivise in Europa”
“Dalle parole dei costruttori riuniti oggi a Palermo, emerge con chiarezza la consapevolezza della categoria circa il grave rischio che comporta l’assenza di flessibilità nella fase finale del PNRR. Sono preoccupazioni che condividiamo: senza una presa d’atto della realtà da parte della Commissione Europea e dei Governi, si rischia di trasformare il Piano in un elenco di incompiute, soprattutto al Sud e nelle Isole. A quel punto, l’Italia si sarebbe indebitata, lasciando i progetti a metà e senza aver creato sviluppo” dice l’eurodeputato Marco Falcone, vice capo delegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo e componente del gruppo di lavoro congiunto delle Commissioni Econ-Budg sul Recovery and Resilience Facility.

“La flessibilità sulla Coesione è certamente utile, ma non basta – spiega Falcone – perché quei fondi non possono sopperire, da soli, alla gran parte dei progetti PNRR che non sarà completa al 31 agosto 2026. È necessario che, accanto alle risorse ordinarie, l’Europa e gli Stati membri trovino soluzioni di continuità del PNRR per garantire il completamento delle opere avviate. In questo senso – sottolinea l’esponente azzurro – la linea che abbiamo votato in Parlamento europeo, su indicazione di Forza Italia e del PPE, va nella direzione giusta: una proroga a 18 mesi dei progetti che saranno maturi, ma incompleti, al 31 dicembre 2026”.

“Prendiamo atto con favore che anche il mondo delle imprese di costruzioni, attraverso l’Ance, chiede di percorrere questa strada. Forza Italia in Europa continuerà a battersi per difendere le ragioni dei territori e far sì che il PNRR resti una leva di crescita concreta, capace di trasformarsi in opere utili, servizi e coesione sociale”, conclude l’eurodeputato.