renzi-matteoIl premier Matteo Renzi in visita nella scuola “Don Pino Puglisi” a Palermo per inaugurare l’anno scolastico. Lo hanno accolto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il prefetto Francesca Cannizzo e l’arcivescovo di Palermo Cardinale Paolo Romeo. L’arrivo di Renzi è stato accolto con un applauso dai bambini dell’istituto. All’esterno, invece, un gruppo di manifestanti ha urlato “buffone buffone” “lavoro… lavoro” e lanciato petardi. All’ingresso due striscioni con scritto ‘Welcome’ e uno con scritto “Il pizzo, il Bullismo degli adulti, Gli angeli della legalità”. Il palco è posizionato proprio sotto l’effige che ritrae il Beato Don Pino Puglisi, di cui oggi ricorre in 21/mo anniversario dall’omicidio per mano mafiosa.

L’INCONTRO CON GLI STUDENTI. Sul palco vengono premiati gli alunni più meritevoli che hanno ottenuto una borsa di studio. Il premier Matteo Renzi sul palco ha ascoltato le motivazioni dei premi lette da una docente e ha stretto le mani ai bambini delle scuole elementari e medie. “Brancaccio è la capitale delle scuole d’Italia”, ha detto il premier rivolgendosi agli alunni e ai docenti. Poi parlando con i cronisti ha aggiunto: “Siamo a Brancaccio per tanti motivi, perché è la scuola che consente di far ripartire il Paese, perché è il giorno dell’anniversario di nascita e di morte di padre Pino Puglisi, perché è la scommessa educativa che caratterizza il progetto la buona scuola che deve riguardare tutta Italia, da Milano alla Val D’Aosta alla Puglia”.

“Noi vogliamo che tutti gli insegnanti, che tutte le famiglie discutano nei prossimi due mesi con il governo per la prima volta nella storia repubblicana la riforma della scuola – ha proseguito – che non è un regolamento che esprime il presidente del Consiglio e un ministro, ma il coinvolgimento in mezzo al cuore delle città. Questo è l’obiettivo per cui siamo venuti a Palermo”. “È un’emozione fortissima essere nella scuola che padre Pino Puglisi voleva, che chiese al Comune di Palermo nel 1992 ma non fece in tempo a vedere perché venne ucciso dalla mafia, ma che il presidente della Repubblica Ciampi decise di inaugurare perché è il segno della rivincita e della riscossa”, ha concluso.

“LA MAFIA E’ ANCORA FORTE”: “La mafia è ancora forte non solo a Palermo, anzi soprattutto al Nord per le sue connssioni economiche. Ma noi siamo qui per fargli abbassare la testa. Combatteremo la mafia ogni giorno, cominciando proprio dalle scuole”. “Se vi dico Italia qual è la parola che vi viene in mente?” domanda il premier Renzi agli studenti. Un ragazzino risponde: “Alè”. E Renzi scherzando replica: “Se dicevi Forza si andava su tutti i giornali. Per me Italia significa bellezza, questo Paese non sarà bello se non avrà cittadini belli, se questo quartiere Brancaccio non sarà un quartiere più vivibile”.

LA PROTESTA DEI PRECARI. Un centinaio di manifestanti tra edili e docenti precari della scuola ha protestato a pochi metri dall’ingresso dell’Istituto don Pino Puglisi a Palermo. La polizia ha transennato la zona, gli agenti sono in tenuta antisommossa. Gli edili urlano “lavoro… lavoro”. Tra i manifestanti gruppi di precari della scuola che chiedono di essere stabilizzati ma anche vincitori del concorso del 2012, che attendono l’immissione in ruolo. Poco distante un gruppo di disoccupati che per anni ha lavorato nel settore dell’edilizia, invece, rivendicano l’applicazione di un protocollo di intesa stipulato nel 2013 dal Comune di Palermo e dalle associazioni sindacali e di categoria.

Daniele Midolo è uno degli insegnanti che da anni lavora con contratti a termine nella scuola, da 28 anni insegna educazione musicale a Catania, così come Antonio Geraci, che di anni ne ha 60 e da 35 è precario. “Chiediamo la stabilizzazione – dicono i due docenti – l’immediata immissione in ruolo. A Matteo Renzi diremo che nella scuola ci sono cattedre vuote”. “Non siamo grasso che cola – gli fa eco Claudia Platania, dell’Anief di Catania, insegnante di musica – è inutile fare concorsi quando da anni nelle scuole insegnano docenti come noi”. I manifestanti hanno striscioni con scritto “Premiate il merito”, “Esclusi senza motivo”.

Gli edili sono scesi in piazza con gli elmetti gialli. “Siamo qui per chiedere i nostri diritti – dice Salvatore Bruno, operaio di 29 anni – Chiediamo a Renzi di fare rispettare il protocollo di intesa firmato con il Comune di Palermo per promuovere politiche attive del lavoro funzionali ai bisogni occupazionali del settore”.

GLI IMPEGNI DEL PREMIER CON I DOCENTI. “Nella scuola ci sono 149 mila persone che hanno l’obbligo di essere assunte”. Renzi ha aggiunto: “Li portiamo dentro non per farli contenti ma perché siamo in condizione di valorizzare il merito e chi fa bene il proprio dovere non ha nulla da temere. Con la prossima legge di stabilità cambieremo il sistema di funzionamento della scuola”. Parlando dei precari Renzi ha sottolineato che la questione “è difficile, perché anni e anni di stratificazione e promesse non mantenute hanno prodotto una situazione unica in Europa rispetto al corpo docente e un senso di frustrazione dei nostri insegnanti”.

“Noi abbiamo scelto di mettere la parola fine – ha aggiunto – Tutti coloro i quali hanno assunto un diritto, verso i quali lo Stato ha assunto un’obbligazione, vale a dire quelli che fanno parte delle graduatorie a esaurimento saranno assunti a settembre del 2015, con il nuovo anno scolastico”.

“Però noi chiediamo di cambiare le regole del gioco. E ai docenti e gli insegnanti diciamo siamo disponibili a portarvi dentro la scuola in modo definitivo, a mettere fine alla supplentite – ha concluso – ma voi aiutateci a valorizzare il merito. Ci sono insegnanti particolarmente bravi e quelli meno bravi, che vanno aiutati con la formazione continua e permanente. E questo è interesse degli insegnanti e delle famiglie”.