martello-tribunale2Si è concluso nell’aula penale della sede distaccata di Canicattì del tribunale di Agrigento il processo nei confronti di G.G. 27 anni originario di Catania, imputato per ricettazione di un telefono cellulare Il giudice monocratico Luca D’Addario,  ha condannato l’imputato alla pena di dieci mesi di arresto, pena sospesa, più duecento cinquanta euro di ammenda oltre al  pagamento delle spese processuali. I fatti si riferiscono al 2007. L’imputato, al fine di trarne profitto, avrebbero acquistato un telefono cellulare provento di un precedente furto. In particolare, l’imputato avrebbe ricevuto l’oggetto d un prezzo e con caratteristiche tali che  non poteva essere ignorata  l’illecita provenienza. Le forze dell’ordine, sono riuscite a risalire all’imputato grazie al codice IMEI del telefonino che ha permesso di identificare la scheda inserita all’interno dell’apparecchio. A seguito di intercettazioni ambientali, poste in essere per operazioni di polizia mirate a sgominare altri tipi di reati, gli inquirenti sono venuti a capo di questo traffico illecito. Durante l’attività investigativa gli inquirenti si sono resi conto che la persona  intercettata   si stava rendendo responsabile del reato di ricettazione. La difesa, nell’ arringa difensiva ha evidenziato il fatto che gli elementi forniti dagli inquirenti non erano sufficienti  a far scattare per l’imputato l’accusa di ricettazione, chiedendo al giudice l’assoluzione con formula piena. Richiesta che non è stata accolta dal giudice D’Addario che ha emesso la sentenza di condanna a 10 mesi di arresto più 250 euro di ammenda