martello-dueIl giudice monocratico di Licata, Walter Carlisi, ha assolto, «perché il fatto non sussiste», il ravanusano P.P., accusato di maltrattamenti nei confronti della madre, M.M. Il giovane era difeso dall’avvocato Ignazio Valenza junior. Nel 2008 il Gup aveva firmato il decreto di citazione a giudizio contro l’uomo. Secondo il giudice non può ritenersi raggiunta la prova della responsabilità dell’imputato per i fatti di maltrattamento nei confronti della madre, che gli vengano addebitati dall’accusa. Infatti, l’accusa stessa assume che l’imputato avesse, dal 2000 e sino al 2006, sottoposto a maltrattamenti la madre, minacciandola, insultandola, sottraendole oggetti, rompendo le suppellettili di casa. A carico dell’imputato – seconda l’accusa – vi sono le dichiarazioni della madre la quale ha confermato i fatti menzionati dall’accusa, aggiungendo che i singoli episodi di maltrattamento avvenivano in casa, alla sola presenza sua e del marito. Ma il padre dell’imputato e il fratello, hanno sostanzialmente e conformemente riferito in udienza che l’imputato è soggetto malato di mente e che lo stesso non ha operato alcun maltrattamento nei confronti della madre o di altri familiari. Per il giudice, anche superandosi il dato della accertata incapacità di intendere e di volere dell’imputato, l’accusa confronti dell’uomo non risulta comunque supportata da sufficienti elementi probatori. Da qui l’assoluzione di P.P.

Giovanni Blanda