Un seminario di studi per magistrati, nel ricordo del giudice Rosario Livatino di Canicattì, assassinato dalla mafia il 21 settembre del 1990, si è aperto stamattina ad Agrigento.

L’incontro, che si concluderà oggi, è organizzato dal Csm (Consiglio superiore della magistratura). A ricordare la figura del giudice canicattinese è stato il presidente del tribunale di Agrigento, Luigi D’Angelo, collega ed amico del magistrato barbaramente ucciso da un commando mafioso. < Il ricordo di quel giorno – ha detto Luigi D’Angelo – ci turba e ci scuote ancora oggi enormemente. L’assassinio di Livatino doveva servire a condizionare i magistrati ed invece Rosario è diventato per tutti noi un faro ed esempio da seguire. Livatina venne a capo degli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria già oltre vent’anni fa >. Le finalità del seminario di Agrigento, sul tema “Il ruolo del giudice nella società che cambia” intende misurare i livelli ed il grado di tensione esistente fra legislatore e giudice, alla ricerca di punti di equilibrio che possono salvaguardare le esigenze sempre maggiori della società di vedere soddisfatte, nella decisione del caso concreto, proiezioni di valori ritenuti esistenti nell’ordinamento.


“Il ruolo del giudice nella società che cambia”, come l’oggetto di una relazione tenuta dal giudice Rosario Livatino nel 1984 agli studenti del liceo che aveva frequentato da giovane.

ieri i primi interventi: il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Vincenzo Olivieri e del presidente del Tribunale di Agrigento, Luigi D’Angelo. Mentre i lavori sono stati introdotti da Francesco Amirante, presidente della Corte Costituzionale.