Non dovrà restituire allo Stato 70 mila euro di tredicesime. Lo ha stabilito la Corte dei Conti. Nell’anno 2004 P.A., queste le iniziali del suo nome, aveva ricevuto una nota a firma del direttore della Direzione provinciale dei servizi vari presso il Dipartimento provinciale di Agrigento del Ministero dell’Economia e delle Finanze con cui si comunicava l’accertamento di un credito erariale di oltre settantamila euro per percezione di indennità integrativa speciale e tredicesima mensilità asseritamente non dovute. L’interessato ha proposto un ricorso giurisdizionale davanti alla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione siciliana, avverso il provvedimento avente ad oggetto il recupero del credito erariale.Intanto, però, in attesa del giudizio perdeva la vita. In vista dell’udienza di trattazione del ricorso davanti la Corte dei conti si costituiva in giudizio B.A. vedova del ricorrente deceduto, con il patrocinio dell’avv. Girolamo Rubino, che con memoria difensiva chiedeva l’accoglimento del ricorso sostenendo , tra l’altro, la buona fede del percipiente . La Corte dei conti, sezione giurisdi zionale per la regione siciliana, ritenendo fondate le tesi difensive sostenute dall’avv. Rubino ha accolto il ricorso diciarando l’illegittimità del provvedimento di recupero della somma ammontante ad oltre settantamila euro. Pertanto la vedova del pensionato nulla dovrà restituire al dipartimento provinciale di Agrigento del ministero dell’Economia e delle Finanze.