Il segretario Cittadino di Italia dei Valori di Licata, Salvatore Nicolosi, si è rivolto al sindaco,come massima autorità sanitaria comunale , in merito alla chiusura del punto nascite del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale licatese. “In base alle direttive emanate dall’Assessore regionale alla Sanità a partire dal 31 Dicembre p.v. le donne di Licata – scrive Nicolosi – non potranno più partorire all’Ospedale di Licata, ma dovranno recarsi presso l’Ospedale di Agrigento o di Canicattì, con tutti i rischi per la salute della madre e del bambino e il forte disagio per pazienti e familiari. Questa decisione dell’Assessore alla Sanità, che interessa altri 22 Ospedali siciliani, è motivata dal rilievo che il numero dei parti è inferiore a 500 l’anno. Nessuna indagine è stata effettuata dall’Assessorato alla Sanità,né dall’ASP di Agrigento,per accertare le cause che hanno provocato la riduzione del numero dei parti all’Ospedale di Licata,nonostante le ripetute richieste di indagine avanzate in più incontri o per iscritto dal dott. Marrali, ex Primario di Pediatria ed ex Direttore sanitario. Noi abbiamo studiato a fondo queste cause – sottolinea Nicolosi – , ma non siamo stati ascoltati. La stampa siciliana di questi ultimi giorni riporta la reazione, decisa e motivata,di altri comuni siciliani interessati alla decisione dell’Assessorato regionale alla Sanità siciliana,con minacce di scioperi,di occupazione degli Ospedali e di proteste. Sono scesi in campo Amministrazioni comunali,deputati regionali e nazionali,sindacati e popolazioni,mentre a Licata tutto tace,come se il problema non ci riguardasse. La nostra preoccupazione è che alla fine,di fronte alle pressioni dei politici, delle amministrazioni e dell’opinione pubblica degli altri paesi,l’Assessore decida di escludere dal provvedimento di chiusura alcune strutture dotate di “santi protettori” ,penalizzando solo,come tante altre volte,l’Ospedale di Licata, che ha una storia gloriosa e pluricentenaria nella sanità siciliana”. Italia dei Valori di Licata chiede al sindaco di farsi promotore di una Assemblea cittadina,con la partecipazione di tutti i partiti politici,sindacati,categorie professionali e produttive e dei cittadini per “ragionare” sulle motivazioni della decisione assessoriale e per decidere tutti insieme le strategie più efficaci per fare in modo ciò non avvenga.