In una chiesa gremita da semplici cittadini, amici, parenti, vigili da ogni parte della Sicilia e autorità civili e militari, si sono svolti i funerali del vigile Niccolò Savarino, ucciso a Milano giovedì scorso. Erano presenti anche i colleghi di Milano che hanno onorato la bara con un picchetto d’onore e con due vigili a vegliare sulla bara.
Davanti alla bara, ammantata di un drappo tricolore italiano, la foto di Nicolò, il cappello di vigile urbano di ordinanza e una ghirlanda, i genitori di Nicolò, Saverio e Carmela, la fidanzata, i fratelli Santo, Rocco e Carmelo, e i familiari, tutti affranti. Toccante l’omelia di padre Girolamo. “Campobello di Licata è terra amara, madre matrigna, ma amata. Un balordo gli ha tolto la vita, ma non puntiamo il dito contro gli stranieri, sono cristiani anche loro. Un giorno ci sarà la nostra resurrezione”, ha detto. Il prete ha ricordato che «tutti noi abbiamo molto da imparare dal dono della vita di Nicolò”. «Nicolò – ha aggiunto – lavorava con dignità, amore. Aveva lasciato la sua la sua famiglia, la sua casa per farsi un futuro onesto. Aveva scelto di indossare la divisa del vigile urgano, a Milano, per essere al servizio dei cittadini. E’ morto nell’esercizio delle sue funzioni, intervenendo in difesa di chi era in difficoltà». Al termine delle liturgia funebre sono intervenuti in chiesa una delle nipoti di Nicolò (“zio è morto da eroe” ha esclamato).
Alla cerimonia hanno partecipato numerosi Sindaci della Sicilia con i rispettivi Comandi di Polizia Municipale, quali Acireale, Agrigento, Ragusa, Lentini, Ficarazzi, San Cataldo, Bisacquino, Messina, Catania, Milena, Favara, Ravanusa, Canicattì, Casteltermini, Camastra, Delia, Naro ed il Comando della Provincia di Agrigento.
In prima fila erano presenti, a rendere omaggio allo sfortunato Niccolò, l’Assessore Regionale Caterina Chinnici, ‘l’Assessore Provinciale Vito Terrana, il Questore di Agrigento Giuseppe Bisogno, il Vicario della Prefettura di Agrigento ed i Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Presenti ancora il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Licata Massimo Amato, accompagnato dal Maresciallo Luca Vitobello ed il vice Sindaco di Campobello di Licata Dott. Francesco Incardona, accompagnato dal Comandante della Polizia Municipale Salvatore Cutaia.
Toccanti sono stati gli interventi di alcuni parenti di Niccolò, del vice Sindaco e del collega di Milano che operava con l’Agente ucciso. Le note finali del silenzio hanno commosso tutti i presenti e fatto scoppiare in lacrime gli anziani genitori, i fratelli e i numerosi parenti.
Presente anche il Comune di Licata. Il Gonfalone del Comune di Campobello di Licata era rappresentato da due Vigili in alta uniforme, mentre gli altri componenti hanno organizzato l’intera cerimonia in memoria del loro collega.
La salma è stata accompagnata da persone a lui care al cimitero comunale a spalla, mentre ancora riecheggiano le dure parole di monsignore De Scalzi, pronunciate nel Duomo di Milano durante i funerali meneghini, sabato scorso: «Il criminale sarà consegnato alla giustizia degli umani, ma quella divina sarà ancora più severa». La morte di Nicolò ha commosso tutti. “Siamo vicini – ha detto il vice sindaco Francesco Incardona – alla famiglia Savarino in un momento doloroso della loro vita. La scomparsa di Nicola ha commosso tutta Italia e la nostra gente. I campobellesi – ha aggiunto – hanno avuto in Nicola un esempio da seguire, da imitare”.
Sensibile anche la Chiesa cattolica: “la comunità ecclesiale si stringe attorno al dolore dei familiari di Nicolò Savarino. Volgiamo il nostro sguardo a Cristo sofferente. Egli stesso (Nicolò), dia la forza a quanti piangono la sua dipartita e il sostegno per affrontare la quotidianità”. Ecco, infine, le reazioni della segreteria regionale del Silpol: “l’uccisione di Nicolò Savarino ci riporta indietro di parecchi anni: l’uccisione a Palma del vigile Fazio. L’ennesima ed orrenda tragedia, ad un’altra vicenda che si è registrata 15 anni fa nell’Agrigentino”.