“Lampedusa è il segno di un mondo che può essere migliore. L’immigrazione è un fenomeno attraverso il quale ripensare la nostra identità cristiana. Nello straniero la Chiesa vede un segno della presenza di Dio. Gli abitanti di Lampedusa hanno aperto le loro case ai migranti: Lampedusa quindi è il segno di un mondo che può essere migliore”. Lo ha detto Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, membro della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute e già presidente di Caritas Italiana, parlando al convegno annuale della Caritas di Trento. Il presule ha ricordato i migranti che hanno perso la vita in mare. “Però per l’opinione pubblica – ha detto – ci sono stranieri e stranieri. Ci sono profughi e ambulanti guardati con diffidenza e disprezzo, poi ci sono gli sportivi famosi. Eppure si tratta sempre di persone. E quando parliamo di immigrati è in gioco il futuro stesso della nostra società”. Mons.Montenegro ha chiesto un maggior coinvolgimento degli immigrati nelle comunità pastorali. Un invito condiviso da mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento, che ha ricordato l’esperienza già avviata in Trentino.