Bandiere a mezz’asta in segno di lutto allo stabilimento della cementeria di Porto Empedocle, dopo la decisione dei vertici dell’Italcementi di chiudere i battenti entro il terzo semestre dell’anno. Le vendite di cemento sono diminuite, colpa della grave crisi economica e finanziaria che sta attanagliando tutto il paese. Questa mattina i circa 100 lavoratori dell’impiantosi sono raccolti davanti i cancelli dello stabilimento, proclamando lo sciopero ad oltranza. Mentre la lotta degli operai a difesa del posto di lavoro andrà avanti giorno e notte, dai vertici dell’azienda l’annuncio di una resa irreversibile. Affermazione questa che sa di sconfitta per tutto il territorio della provincia di Agrigento.

Dopo la mattinata di protesta davanti l’Italcementi, in prefettura alla presenza del Prefetto Ferrandino si pè svolto l’incontro riguardante la paventata chiusura del sito produttivo di Porto Empedocle. Erano presenti il Sindaco ed il presidente delo Consiglio di Porto Empedocle, le RSU di Italcementi ed i rappresentanti sindacali delle Segreterie Provinciali Confederali di CGIL, CISL, UIL e UGL. Hanno iniziato ad esporre il caso le organizzazioni sindacali che hanno subito ribadito la gravità della situazione venutasi a creare e quale sciagura comporterebbe la effettiva chiusura del sito industriale. La maggior parte dei lavoratori ha un’età media di 40 anni e quindi anche in caso di utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali possibili ed immaginabili non si riuscirebbe ad accompagnare alla pensione la totalità dei lavoratori che sono ancora troppo giovani. Le organizzazioni sindacali hanno tutte chiesto di attivare un tavolo di confronto istituzionale presso il Min. Della Attività produttive alla presenza oltre che dei vertici aziendali anche della proprietà di Italcementi. Il Sindaco Firetto dal canto suo ha ribadito con forza la determinazione dell’amministrazione comunale a sedere al tavolo delle trattative. Il Sindaco ha ricordato che la municipalità ha sempre concesso la massima collaborazione con l’azienda nel rilascio di diverse autorizzazione per il trasporto e lo stoccaggio di materiale speciale e che comunque da oggi le cose potrebbero cambiare se non si trova una soluzione diversa dalla chiusura degli impianti. L’Ugl ha chiesto al prefetto di interessare in un eventuale tavolo istituzionale anche il livello regionale. “Non dimentichiamoci- scrive il sindacato- che la Regione Sicilia ha attivato da circa due anni bandi per opere infrastrutturali per oltre 650 Mln di Euro (asse 6) e che allo stato attuale anche per le opere finanziabili non si sta firmando un solo decreto di finanziamento. Sono fondi che se sbloccati potrebbero fare uscire la Sicilia ed il settore cementiero dall’attuale crisi a condizione però che Italcementi reinvesta una parte dei profitti per ammodernare e rendere competitivo lo stabilimento di Porto Empedocle. Cosa che fino ad ora non ha mai fatto. Non possiamo ancora consentire che le imprese vengano in Sicilia solo a fare cassa quando ci sono i soldi delle opere pubbliche per poi scappare e lasciarci in peggiori condizioni di prima.”


Sulla chiusura dell’Italcementi , i sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno “con fermezza respinto l’iniziativa aziendale che appare penalizzante per un territorio già fortemente in crisi. Abbiamo immediatamente incontrato i lavoratori in assemblea ed è stato deciso di dare inizio, con effetto immediato, ad azioni di lotta tese a modificare la perentoria  decisione aziendale.E’ stato deciso l’immediato “stato di agitazione “ e proclamato uno sciopero di tutto il personale dipendente di Italcementi e dell’intero indotto. Abbiamo allertato le strutture Regionali e Nazionali del Sindacato e  la Prefettura di Agrigento, cui hanno chiesto l’immediata convocazione di un “tavolo negoziale” che affronti immediatamente la delicata questione che se non risolta potrebbe anche  sfociare in allarmanti disordini e tensioni sociali”. I sindacati hanno registrato con soddisfazione l’intervento immediato di sostegno da parte del Sindaco di Porto Empedocle Calogero Firetto. “Su questa vicenda c- conclude la nota- chiamiamo l’intera classe politica e le Istituzioni rappresentative a svolgere la loro parte affinchè non passi il disegno aziendale di cancellare con lo Stabilimento di Porto Empedocle anche il futuro di questa parte di Sicilia.”

Sulla annunciata chiusura dell’Italcementi interviene l’Udc agrigentina che esprime solidarietà ai lavoratori e si schiera con il sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto, “il quale- si legge nella nota- si adopererà a tutti i livelli e con tutti i mezzi a lui concessi affinché tale evenienza venga scongiurata. La notizia è grave e preoccupante, perché oltre ad essere compromesso il futuro di centinaia di famiglie ne risentirebbe la fragile economia dell’intero territorio agrigentino. Il Cementificio di Porto Empedocle, nato nella metà degli anni 60, rappresenta una delle poche realtà produttive della provincia di Agrigento, provincia che per reddito pro capite occupa il posto di coda a livello regionale e uno degli ultimi posti a livello nazionale.”

L’Italcementi di Porto Empedocle entro il terzo trimestre dell’anno in cors chiuderà i battenti. Da questa mattina i lavoratori sono in sciopero , a tempo indeterminato, davanti i cancelli dell’azienda. Da lunedì verranno garantiti solo gli operai strettamente necessari per mettere in sicurezza i forni di cottura, dopodiché tutti i lavoratori incroceranno le braccia a tempo indeterminato o almeno fino a quando non ci saranno garanzie certe per il loro futuro.  “L’italcementi di Porto Empedocle – scrive in una nota l’Ugl- rappresenta da circa sessantanni l’unica realtà industriale degna di questo nome nella provincia di Agrigento. E’ stata una doccia fredda quella di ieri sera per i 94 lavoratori di Italcementi e per gli altri 150 circa dell’indotto. In una provincia dilaniata dalla crisi e dalla disoccupazione questa di Porto Empedocle  è una vera e propria catastrofe lavorativa che deve essere fermata a tutti i costi e per la quale dovranno essere attivati anche tavoli di trattativa a livello nazionale presso i competenti ministeri. Da subito abbiamo interessato il livello regionale e nazionale delle federazioni competenti e della segretaria generale dell’UGL per adoperarsi a trovare un canale di comunicazione presso gli organi competenti per l’attivazione dei tavoli istituzionali. La speranza è quella di procrastinare più a lungo possibile la chiusura del sito in modo da potere superare questo momento di crisi nelle commesse, nella speranza che si sblocchino almeno i decreti delle opere pubbliche finanziate con gli ultimi bandi regionali  degli  assi di intervento strutturali.   Sono costretto mio malgrado- continua l’Ugl- a segnalare alla stampa e all’opinione pubblica il comportamento assurdo delle segreterie di CGIL, CISL e UIL  che in un momento davvero tragico per i lavoratori agrigentini, presso la sede di Confindustria Agrigento, hanno preteso che la delegazione di Italcementi avesse incontri a tavoli separati con l’UGL. Riteniamo questo un comportamento davvero irresponsabile che potrebbe creare di fatto una pericolosa spaccatura sindacale agli occhi dell’azienda e tutta a danno dei lavoratori. In un momento che richiede invece unità di azione e di proposte, abbiamo assistito allibiti alla rituale passerella dei segretari della solita lobby sindacale agrigentina che in un italiano alquanto maccheronico ha sbraitato ai lavoratori una serie di sciocchezze farcite ed arricchite da elementi di cui la delegazione aziendale di italcementi non ha neanche fatto cenno. A completamento della serata anche il puerile tentativo di non fare parlare il nostro Roberto Migliara (Segretario UGL Costruzioni e dipendente di Italcementi). Cogliamo invece l’occasione per ringraziare della partecipazione un’agguerritissimo e molto determinato sindaco di Porto Empedocle che ha invece infuocato i lavoratori con una dichiarazione di disponibilità massima a ricercare soluzioni ed incontri a tutti i livelli per risolvere il problema anche a costo di uno scontro istituzionale ai massimi livelli con l’azienda. Voglio elogiare infine tutte le RSU di Italcementi Porto Empedocle che sono stati i veri sindacalisti della questione, raffreddando gli animi e creando momenti di riflessione per trovare la giusta strategia di lotta legale. A loro ed ai lavoratori tutti, anche quelli dell’indotto, noi diciamo che potranno contare sul nostro appoggio incondizionato fino all’ultimo sforzo possibile. Oggi alle dodici incontro in Prefettura, anche questo puerilmente richiesto separatamente”.

“Da sei anni abbiamo sposato il progetto Firetto, nel corso dei quali siamo stati i protagonisti principali dello sviluppo della citta di Porto Empedocle,contribuendo fattivamente ad ogni fase del percorso di crescita avviato negli anni e manifestato palesemente dall’impegno evidente e dalla reale sensibilità e dal contributo dei componenti di Grande Sud all’interno del Governo della città”. Lo ha dichiarato il Coordinatore Cittadino di Porto Empedocle, Carmelo Bartolotta. “Abbiamo sempre assecondato le scelte ed il programma dell’Amministrazione comunale ,anche a costo di perdere pezzi del nostro organigramma ( leggasi rigassificatore ) Non ci siamo mai tirati indietro,mostrando un impegno costante e continuo per il bene della città e finalizzato allo sviluppo di Porto Empedocle, senza mai guardare alla resa politica; direttamente o indirettamente portano la firma di Michele Cimino la realizzazione il Teatro Empedocle, la Torre CarloV, il restauro della chiesa Santa Croce, L‘Asse urbano e per ultimo il Centro polivalente per le attività culturali. Abbiamo sostenuto e realizzato i lavori di bonifica e recupero dell’ex area Montedison, grazie ai finanziamenti ottenuti in favore di Porto Empedocle dal leader di Grande Sud, Con profondo travaglio interiore abbiamo contribuito alla vicenda rigassificatore, nonostante la consapevolezza,che la struttura avrebbe avuto un impatto ambientale negativo ma responsabilmente abbiamo ritenuto che la nostra citta , accertato che tutte le misure di sicurezza e le autorizzazioni erano già state date, non poteva rinunziare ad un investimento cosi corposo e risolutivo soprattutto per le infrastrutture portuali, quindi abbiamo sostenuto con determinazione l’attuazione dell’opera per non pregiudicare un potenziale sviluppo infrastrutturale e l’investimento di 800 milioni di euro, che avrebbe avuto ricadute positive principalmente in ordine al settore occupazionale. Per quando riguarda l’area ex Montedison tutti ricordiamo che per troppo tempo la citta si era ARENATA nel discutere su cosa fare erano trascorsi 35 anni e si passava da biomasse ai capannoni e cosi via l’unica proposta seria nel tempo e stata la nostra, quella cioè dell’On.Cimino tra il 2002/2003, che ipotizzava un complesso turistico con annesso centro commerciale parco giochi ecc. ma quell’idea non fu recepita dall’allora classe dirigente. Negli anni molte idee progettuali si sono impantanate subendo ritardi gravissimi di impatto socio-economico ed obiettivamente questi ultimi sono stati anni fattivi e propositivi. ma Noi di Grande Sud abbiamo più volte sollecitato l’Amministrazione Comunale affinché si facesse luce e chiarezza sui progetti in fase di realizzazione ma mai avviati e non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Siamo fortemente preoccupati della situazione che sta vivendo la nostra città e lanciamo un grido d’allarme poiché l’attuale fotografia non è delle più rassicuranti. La angosciante situazione dell’ Italcementi, le mancate autorizzazioni alla Moncada Energy Group, il ritardo nell’avvio dei lavori del rigassificatore, che condizionano lo sviluppo infrastrutturale dell’area portuale, da cui a catena ne consegue la verticalizzazione dei sali potassici e per ultimo la paventata chiusura della centrale Enel, indebolisce l’attuale quadro socio-economico-occupazionale di Porto Empedocle. Plaudo all’iniziativa del Vice Presidente della Provincia regionale di Agrigento, Paolo Ferrara,di istituire un tavolo tecnico per valutare le reali condizioni,che avrebbero dovuto produrre occupazione e benessere ed invece rappresentano la Spada di Damocle che minaccia l’imminente pericolo di devastante crisi del tessuto sociale empedoclino”.