Al quinto giorno di protesta dei lavoratori della cementeria di Porto Empedocle, arriva la nota di Italcementi, che respinge con decisione le accuse di aver tenuto atteggiamenti poco responsabili sulla vicenda della chiusura di due impianti produttivi sia a Vibo Marina, che nella città marinara e richiama tutti gli attori coinvolti a un serio confronto con la realtà dei fatti, che purtroppo parla di un momento di grave difficoltà per l’economia dell’Italia e di diversi Paesi europei, ampiamente testimoniato anche dalle cronache di questi giorni. La profonda crisi del mercato dei materiali per le costruzioni è stata segnalata già tre anni fa dalle aziende del settore a Governo e Organizzazioni Sindacali. Da allora a oggi, il quadro è stato ribadito durante tutta una serie di incontri in cui è stato rappresentato il difficile scenario caratterizzato da una strutturale sovracapacità produttiva, accentuata in maniera insostenibile dalla verticale caduta del mercato degli ultimi tre anni, che ha registrato negli primi mesi di quest’anno una ulteriore accelerazione con un nuovo calo del 20 per cento. Per affrontare l’attuale congiuntura, Italcementi si trova dunque a dover porre mano a una razionalizzazione del proprio apparato produttivo, attraverso la chiusura di alcuni impianti la cui redditività, nel mutato scenario di mercato, non presenta margini di sostenibilità economica. A Vibo Marina e Porto Empedocle, tra l’altro, il contesto in cui si è trovata a operare la società ha frenato in passato nuovi investimenti strutturali e in alcuni casi ha precluso soluzioni logistiche e normative che avrebbero consentito di mantenere un adeguato livello di competitività industriale. In seguito alle decisioni assunte a livello di Gruppo, Italcementi ha avviato come da prassi delle relazioni industriali gli opportuni confronti con le organizzazioni sindacali di categoria, informando le rappresentanze sindacali con larghissimo anticipo dei provvedimenti industriali che si intendono adottare nei prossimi trimestri. Affermare che si tratta di «provvedimenti assunti in modo unilaterale ed in spregio alle più elementari regole di relazioni industriali», come ha fatto il sindacalista della Cisl Luigi Sbarra, ha il solo effetto di accentuare le tensioni già latenti a causa del difficile contesto economico nazionale e di ostacolare qualsiasi ipotesi costruttiva che le parti possono esaminare insieme alle istituzioni. La società richiama pertanto tutti a un maggior senso di responsabilità nell’affrontare una situazione così difficile per i lavoratori e per l’Azienda.

Ieri sera si è riunito il consiglio comunale di Porto Empedocle, una seduta straordinaria e aperta avente un solo punto all’ordine del giorno: la crisi dell’Italcementi. A fine consiglio la decisione condivisa da tutti, sindacati e amministrazione comunale, è stata quella di portare la vertenza a carattere nazionale , dal Ministro per le attività produttive, perché a livello regionale si può fare ben poco. Non è mancato il sindaco Firetto che si è fatto promotore di un’interrogazione parlamentare da parte dell’Udc per sapere “quali misure si intendano repentinamente adottare ai fini di scongiurare la possibile chiusura dello stabilimento Italcementi di Porto Empedocle”. Ma , soprattutto, all’incontro di ieri sera c’erano i lavoratori e uno di loro si è fatto portavoce leggendo un documento. Una lettera aperta nella quale si legge chiaramente , da un lato, il bisogno di non essere da soli in questa battaglia richiamando l’attenzione soprattutto della classe politica , dall’altro, il non avere nessuna intenzione di arrendersi all’idea che lo stabilimento venga cancellato: <<In questa vertenza- si legge nel documento- abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Non sarà né facile,né breve, ma tutti debbono sentirsi coinvolti e , solennemente, a partire da questa sera , ogni espressione economica, sociale e provincia deve sentirsi coinvolto ed attivare i referenti regionali e nazionali per far arrivare alla direzione dell’Italcementi ogni utile pressione volta a far cambiare la decisione della chiusura dello stabilimento. Non siamo disponibili, lo ribadiamo da subito, ad accettare soluzioni intermedie che trasformino la natura del nostro stabilimento o declassamenti a puri centri di deposito o di macinazione: dobbiamo salvaguardare il “ciclo continuo”. Altrimenti , Italcementi deve sapere che deve liberare l’area e bonificare con immediatezza il sito: su questo non molleremo>>. I sindacati hanno già attivato le proprie strutture , sia di categoria che confederali regionali e nazionali e i lavoratori non si aspettano degli interventi forti non escludendo uno sciopero generale del settore. Dalle parole del segretario provinciale dell’Ugl, Roberto Migliara, si legge tanta amarezza: <<il personale- dice- è sempre venuto incontro alle esigenze dell’azienda facendo tutto quello che ha chiesto perchè sembrava giusto in un periodo di forte crisi economica. Non possono lasciare tanti padri di famiglia in mezzo ad una strada da un giorno all’altro. Non viviamo di speranze ma faremo di tutto per garantire il futuro>>. Dall’assise empedoclina tanta vicinanza e solidarietà verso i lavoratori dell’Italcementi così come stanno facendo in tanti.


i due parlamentari agrigentini del Pd, Giacomo di Benedetto e Angelo Capodicasa, si sono recati allo stabilimento Italcementi di Porto Empedocle. “Ci è sembrato doveroso, sia dal punto di vista umano che politico-istituzionale portare la nostra solidarietà e vicinanza ai lavoratori in questo difficile momento – affermano – ma non ci siamo limitati a questo. Perché la parole in queste circostanze servono poco o nulla”. Così entrambi, ciascuno per le proprie competenze, al termine della visita hanno assunto precisi impegni. “Per quanto mi riguarda – spiega il deputato regionale Di Benedetto – ho presentato una interrogazione indirizzata al Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, e all’Assessore alle Attività Produttive, Marco Venturi, affinché si attivino urgentemente per l’istituzione di un tavolo di trattative a livello nazionale con il Governo Monti per trovare soluzioni adeguate a fronteggiare la drammatica questione sociale. Perché – prosegue l’onorevole Di Benedetto – i lavoratori dell’Italcementi non sono da meno rispetto a quelli della Fiat di Termini Imerese o di qualsiasi altro insediamento produttivo. L’occupazione, sia quella diretta che quella dell’indotto, va salvaguardata, tutelata e difesa. Anche perché qui – osserva ancora Giacomo Di Benedetto – c’è in gioco anche una fetta dell’economia che riguarda l’intero territorio agrigentino”. Ed è pronto alla battaglia anche il deputato nazionale, Angelo Capodicasa che annuncia. “Proprio domani mattina in aula ci sarà il Governo, con in testa il premier Monti, chiamato a riferire sulle questioni legate all’economia e alle prospettive di ripresa del Paese. Ne approfitterò per parlare della vertenza Italcementi con il presidente del Consiglio – aggiunge l’onorevole Capodicasa – chiederò, così come mi è stato sollecitato dagli stessi lavoratori e dalla sigle sindacali, che venga attivato un tavolo negoziale con la società bergamasca, che gestisce l’impianto, per capire le motivazioni che stanno portando alla chiusura dello stabilimento di Porto Empedocle e non di altri siti. E sempre nella giornata di domani presenterò una interpellanza. Insomma lavoreremo e metteremo in campo tutti gli strumenti possibili perché questo rischio venga scongiurato. Non possiamo e non dobbiamo permettere che questi padri di famiglia, così come gli operai dell’indotto, rimangano senza lavoro. Attorno a loro c’è grande solidarietà: questo è il segnale che siamo di fronte ad un caso emblematico. Da questa battaglia passa anche la speranza di ripresa economica della nostra provincia” – conclude il deputato nazionale del Pd.

Il parlamentare nazionale del Pdl, Vincenzo Fontana, ha depositato alla Camera dei Deputati un’interrogazione a risposta immediata sulla chiusura dell’impianto Italcementi di Porto Empedocle. Attraverso il suo atto ispettivo, l’on. Fontana, si rivolge al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Interno per sapere quali iniziative immediate il Governo intende intraprendere per bloccare la decisione dell’Italcementi e, nello stesso tempo, se non ritenga di attivare subito un tavolo istituzionale al Ministero dello Sviluppo Economico per trovare quelle soluzioni idonee a scongiurare tale tragica ipotesi e a ridare tranquillità a tante famiglie e all’intera popolazione locale. Il parlamentare agrigentino del Pdl, fa rilevare al Governo come “la paventata chiusura dell’impianto Italcementi di Porto Empedocle introduca elementi di grave preoccupazione in un territorio che sconta una situazione di per sé molto difficile dal punto di vista economico ed occupazionale. La perdita di tanti posti di lavoro diretti e dell’indotto, sottolinea l’on. Fontana, comporterebbe gravi tensioni difficili da disinnescare a causa della pesantezza del contesto socio-economico locale. Inoltre, le motivazioni ufficiali dell’azienda, conclude il parlamentare agrigentino, non convincono se è vero che poche settimane fa l’azienda si parlava di una ristrutturazione dell’impianto produttivo.”

Giancarlo Granata a nome del movimento autonomisti forti e liberi esprime la propria solidarietà ai 100 lavoratori dell’Italcementi di Porto Empedocle e alle loro famiglie oltre a tutto l’indotto .

E’ giunto il momento dichiara Giancarlo Granata che la classe politica regionale e provinciale con i fatti e le azioni concrete si attivi concretamente al fine di scongiurare la chiusura di un impianto che nel corso dei decenni ha costituito un punto di riferimento per lo sviluppo e l’occupazione della nostra provincia ed evitare cosi un colpo gravissimo alla già debole economia della nostra terra .

Occorre continua Giancarlo Granata portare all’attenzione del ministro Passera la questione Italcementi di Porto Empodocle al fine di trovare immediate soluzioni che diano serenità ai lavoratori .