L’italcementi ha annunciato il ritiro della mobilità per i lavoratori della cementeria di Porto Empedocle. L’esito inaspettato nel corso dell’incontro tra i sindacati di categoria Fillea, Filca Feneal, l’azienda e le rappresentanze sindacali unitarie dei siti di Vibo Valentia e Porto Empedocle. L’azienda, mostrandosi fiduciosa sul futuro di Vibo Valentia e Porto Empedocle, ha infatti annunciato il ritiro delle procedure di mobilità, firmando un documento nel quale conferma il permanere delle motivazioni di natura economica, ma si dichiara pronta ad attivare misure alternative a quelle della mobilità, come la cassa integrazione ordinaria, rinviando però altre decisioni all’incontro di mercoledì prossimo al Ministero del Lavoro.
“Saggia la decisione da parte dei vertici di Italcementi di ritirare la procedura di mobilita’ del personale nello stabilimento di Porto Empedocle, oltre che di Vibo Marina in Calabria”. Lo dice il capogruppo dei senatori e segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia. Lo stesso D’Alia, nel corso del question time che si e’ svolto oggi in Senato alla presenza del ministro dello Sviluppo Corrado Passera, e dedicato proprio alle vertenze Italcementi, Sicilfiat e Servirail, ha espresso “soddisfazione per l’apertura di un tavolo dedicato alla vicenda di Italcementi, auspicando il coinvolgimento anche degli amministratori locali”. “L’apertura di un tavolo nazionale al Ministero delle attivita’ produttive e il ritiro della procedura di mobilita’ – conferma il sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto – e’ un primo utile passo per aprire un confronto serio e franco con l’azienda in una prospettiva risolutiva”.
“Prendiamo atto della stipula di un ‘verbale d’incontro’ tra i sindacati e l’Italcementi prevede il ritiro della procedura di chiusura annunciata per gli impianti di Vibo Marina e Porto Empedocle”. Lo afferma, in una nota, il parlamentare regionale di Grande Sud in Sicilia, Michele Cimino.
“Tuttavia – prosegue l’esponente del movimento politico guidato da Gianfranco MIccichè – è necessario, quanto prima, così come chiesto da Grande Sud in un’interrogazione parlamentare depositata alla Camera dei deputati, avviare un tavolo di confronto presso il Ministero dello Sviluppo economico affinché si possa garantire la certezza delle attività produttive nel medio e lungo periodo”.