Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della lettera che lo scrittore Andrea Camilleri ha inviato, per tramite del sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto, al Ministro Corrado Passera, sul dramma dei lavoratori del suo paese, Porto Empedocle, messi in mobilità dall’Italcementi, all’apertura del “Tavolo di confronto” ministeriale, presso il Ministero per lo Sviluppo Economico a Roma: “Egregio Signor Ministro Passera, colgo l’occasione della grande sensibilità da Lei dimostrata nell’incontrare la delegazione dell’Italcementi di Porto Empedocle e scriverLe da cittadino che in quel comune è nato e vissuto. Non posso essere certo io a segnalarLe cosa rappresenti di assolutamente devastante il licenziamento di 300 operai che vivono in quella città e nei suoi dintorni. Mi preme però sottolinearLe che qui, oltre alla perdita del lavoro e dello stipendio e quindi della libertà dell’esistenza di tante famiglie, potrebbe esserci una conseguenza ancora più pericolosa. Un aumento così massiccio della disoccupazione in un comune così piccolo che cerca disperatamente e in tutti i modi di non lasciarsi prendere dalla spirale della mafia, rischia di diventare un vero e proprio campo di coltura mafiosa. Il motivo principale per cui mi sono permesso di scriverLe consiste nel timore di ripercussioni ampie e imprevedibili che questi e altri licenziamenti potrebbero avere.  Certo della Sua comprensione, Le auguro tanto tanto buon lavoro!

Suo Andrea Camilleri