T.G. di 67 anni di Agrigento ,ex dipendente del ministero delle finanze, avendo espletato l’incarico di direttore reggente dell’ufficio delle dogane di porto empedocle fino alla data del collocamento a riposo aveva chiesto il ricalcolo dell’indennità di buonuscita sulla base dell’ultima retribuzione percepita , in ragione dell’incarico dirigenziale espletato sulla base di formale provvedimento di assegnazione delle funzioni emanato dal Direttore Generale dell’agenzia delle dogane .Esperito infruttuosamente il tentativo di conciliazione per effetto del parere contrario espresso dalla Direzione Regionale delle dogane il funzionario agrigentino adiva il giudice del lavoro, con il patrocinio dell’avv. Girolamo Rubino, per la declaratoria del diritto alla riliquidazione dell’indennità di buonuscita e per la condanna dell’inpdap al pagamento della somma di euro 132.000, pari alla differenza tra quanto liquidato dall’inpdap e quanto dovuto in ragione dell’ultima retribuzione percepita per effetto delle funzioni dirigenziali espletate. La Corte di Appello di Palermo, Sezione per le controversie di lavoro, Presidente il Dr. Matteo Frasca, Relatore il Dr. Enrico Porrello, condividendo integralmente le tesi difensive dell’avv. Rubino, ha riconosciuto al funzionario agrigentino il diritto alla riliquidazione dell’indennità di buonuscita sulla base del trattamento retributivo effettivamente percepito. Pertanto, per effetto della pronunzia resa dalla corte d’appello, l’inps, nelle more subentrato nelle competenze all’inpdap, dovrà corrispondere al funzionario agrigentino le conseguenti differenze tra l’importo effettivamente spettantegli a seguito della riliquidazione e quello già erogatogli, in misura pari ad euro 132.000, oltre interessi e rivalutazione monetaria come per legge.