Si spengono i riflettori della campagna elettorale; c’è chi canta vittoria per aver ottenuto seggi, consensi, percentuali più alte.

Crocetta, per esempio, esulta per un 31% che lo ha fatto “trionfare” regalandogli l’ambito titolo di governatore della Sicilia. Per governare dovrà “sposarsi” con gli odiati lombardiani guidati dal fuoriuscito Miccichè…Basta il rancore personale per trasformarlo nel peggior nemico di se stesso…

Ma anche grazie alle alleanze di ex “nemici giurati” quali i cuffariani dell’UDC ed i “Futuristi” esodati da Alleanza Nazionale, ovvero quel che resta della destra polverizzata dalle faide interne.

Cantano vittoria i grillini, che dal 2,5% di 4 anni fa si trovano catapultati in un quasi 20% di consensi che li porterà ad una “aurea opposizione” insieme ad un PDL sfaldato e sfigurato ma giustificato da purghe interne degne della “notte dei lunghi coltelli”.

Vincitrice anche la faviana Marano, che per raccattare un 6% ha dovuto scomodare partiti che su scala nazionale raccolgono ben altre affermazioni, IdV in testa.

Tutti vincitori, quindi, come sempre accade subito dopo le elezioni.

Eppure i conti non tornano.

Dove sono finiti i vinti?

Tanti vincitori per un solo sconfitto. O meglio, per una sola sconfitta: la Sicilia.

Sconfitta perchè più di un siciliano su due ha preferito restare a casa a seguire le dirette sportive in TV o partecipare alla sagra del fungo porcino, o mangiare le caldarroste, o, potendolo fare, andare a girovagare per outlets e centri commerciali.

Sconfitta perchè la maggioranza supina ha scelto l’inedia e l’indolenza, incapace di esprimersi liberamente con l’unico vero potere che le compete: quello del voto.

Sconfitta perchè ha scelto di lamentarsi, di maledire, di recriminare piuttosto che di autodeterminarsi e di scegliere per se stessa.

Non fare è sempre peggio che fare, anche male.

La metà di questo popolo deve sopportare che l’altra metà esprima dissenso delegandola a scegliere al suo posto: grottesco quanto assolutamente ordinario per la terra di Pirandello…

Ci sono tante strade per negare che la democrazia esista, e noi abbiamo scelto la più facile: quella di non praticarla.

Oggi possiamo dire che in Sicilia tutti sono vincitori e c’è un solo sconfitto: il popolo siciliano.

Ci rivediamo tra quattro anni, per raccontarcelo di nuovo: chi vivrà, vedrà…

quarantasettepercento