“Un organico insufficente a fare funzionare bene la macchina della Giustizia in un territorio come quello della provincia di Agrigento è un grosso regalo alla mafia e alla criminalità organizzata e un grave danno per l’economia sana”. Così il presidente della camera di Commercio di Agrigento Vittorio Messina sintetizza il suo pensiero dopo avere partecipato all’incontro promosso dall’Ordine degli Avvocati nell’aula Livatino del Tribunale di Agrigento.
“L’iniziativa dell’ordine degli avvocati di Agrigento sulle carenze d’organico del Tribunale e della Procura, grazie agli interventi del presidente D’Angelo e del procuratore capo Di Natale – ha aggiunto Messina – ha avuto il grande merito di comunicare lo stato dell’arte di una situazione che desta non poche preoccupazioni per il funzionamento della giustizia nel nostro territorio. La puntuale relazione del dott. D’Angelo e l’intervento del dott. Di Natale hanno rappresentato un quadro che forse non ha precedenti a livello nazionale se si considera la particolare situazione in cui versa la provincia di Agrigento sia per una presenza invasiva della criminalità mafiosa sia per le conseguenze degli sbarchi di migliaia di immigrati clandestini che approdano nelle nostre coste.”
“Le prospettive emerse nel corso dell’incontro – ha sottolineato ancora il presidente Messina – evidenziano una situazione che potrebbe determinare nei prossimi mesi un vero collasso degli uffici giudiziari sia per le cause penali che per quelle civili. Una situazione nella quale le carenze d’organico potranno mettere seriamente a repentaglio non solo le ottime performance finora assicurate con tanti sforzi dai magistrati agrigentini, ma anche quelle precondizioni della tutela della legalità che sono fondamentali per la crescita del territorio”.
“In questa direzione, anche per assicurare la massima sensibilizzazione attorno a questa emergenza – ha concluso Messina – porterò subito la questione all’attenzione del tavolo di lavoro per una mobilitazione di tutte le forze sociali ed imprenditoriali della provincia per ottenere quella dovuta attenzione che da parte delle Istituzioni non può venire meno verso una provincia che intende superare quelle condizioni di sottosviluppo che rappresentano terreno favorevole per la criminalità mafiosa e per i suoi tentativi di trovare consensi nellacomunità locale”.
“È imperativo categorico di una nazione che sancisce il diritto alla Giustizia mantenere funzionali le macchine che, attraverso essenziali ‘ingranaggi’ quali sono i magistrati, dai Tribunali questo diritto lo garantiscono a un’intera collettività. Non posso non cogliere l’allarme lanciato dal Palazzo di Giustizia agrigentino in merito alla carenza di organico: per questo assicuro il mio impegno nel cercare di anticipare i trasferimenti di nuove figure fissata, addirittura, per l’anno prossimo”.
È quanto afferma Michele Cimino, Capogruppo di Grande Sud all’Ars, raccogliendo l’allarme lanciato dall’Associazione nazionale magistrati di Agrigento, e sottolineando il rischio di un fermo degli uffici giudiziari, cagionato dal sovraccarico di lavoro per i pochi magistrati del capoluogo siciliano.
“I magistrati – ha aggiunto il deputato regionale – rimangono presidio di legalità in un territorio quale quello agrigentino, da sempre oggetto di recrudescenza del fenomeno mafioso e, in questi anni, scenario in cui si consuma l’approdo clandestino di delinquenti nascosti in gruppi di disperati che, partiti dall’est Europa quanto dal nord Africa, in Italia cercano una vita migliore. Chiederemo al prossimo Ministro della Giustizia di prevedere le risorse finanziarie necessarie a garantire l’efficace applicazione delle leggi nella provincia agrigentina”.