Una forte scossa di terremoto è stata avvertita dalla popolazione tra le province di Messina e Catania. Le località prossime all’epicentro sono i comuni di San Teodoro, Cesarò, Bronte, Maletto e Maniace. L’evento è stato localizzato a 3,4 chilometri a nord di Cesarò, con profondità 10,1 chilometri alle 8.50. La scossa è stata avvertita fino a Catania.
Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle ore 8.50 con magnitudo 4.3. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano, al momento, danni a persone e/o cose. Nella zona della Sicilia orientale è in corso uno sciame sismico con lievi terremoti di ampiezza tra 2.4 e 2.9 che si susseguono da più di 24 ore. Poco dopo l’evento più forte, nella stessa zona ci sono state altre scosse di magnitudo 2.4 e 2.5 tra le 8.58 e le 9.11. E ancora alle 9.48, alle 10.01, alle 10.23 e alle 11.12.
Per il sindaco Salvatore Calì, “a Cesarò, così come nel vicino comune di San Teodoro, la situazione è tranquilla e sotto controllo. Dopo attimi di panico per la paura del sisma la gente, in paese, si è riversata per strada per poi rientrare negli uffici e nelle proprie abitazioni. Al momento non risultano danni a cose e persone ma per precauzione, personale dell’ufficio tecnico del nostro comune si è attivato per constatare eventuali danni soprattutto nei palazzi di antica costruzione”. I vigili del fuoco di Catania, confermano intanto che non sono arrivate segnalazioni dai distaccamenti provinciali ed anche i carabinieri dei comuni interessati dall’evento sismico spiegano che oltre ad attimi di paura per l’entità della scossa non si sono registrate richieste d’aiuto dalla cittadinanza.
L’area colpita dal terremoto è quella dei Monti Nebrodi: “Una zona sismica, nella quale terremoti di magnitudo compresa fra 4 e 4,5 non sono certamente una sorpresa”, ha osservato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta. “A partire dal 31 dicembre – ha aggiunto – il terremoto è stata preceduto da scosse percepite a livello strumentale, di magnitudo intorno a 1, ed è stato seguito da alcune repliche di magnitudo inferiore a 3. Sulla base della carta di pericolosità, il terremoto è avvenuto in una zona nella quale lo scuotimento del suolo previsto è compreso fra 0,15 e 0, 175: non altissimo, quindi, ma nemmeno tra i più bassi”. A spiegare la sismicità dell’area colpita dal sisma è, secondo i geologi, il fatto che l’area dei Monti Nebrodi potrebbe essere la zona di contatto tra la placca africana, che spinge verso Nord-Est, e la placca Euro-asiatica.
Non ci sono elementi per prevedere l’evoluzione della situazione dopo il terremoto in Sicilia, nell’area dei Monti Nebrodi: “Non si comprende se si è giunti alla rottura finale della faglia o se il fenomeno è ancora in evoluzione”, ha osservato il geologo Carlo Tansi, dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Negli ultimi anni – ha aggiunto – si sta assistendo ad una recrudescenza della sismicità in tutta Italia, con un chiaro incremento lungo la fascia di contatto fra la placca africana e quella europea”. È una zona molto estesa e dall’andamento curvilineo, ha spiegato, che si estende dalla provincia di Messina all’intera Calabria e al Pollino, percorre parte dell’Appennino fino alla zona dell’Aquila e alla Pianura Padana. In tutta quest’area la placca africana e quella euro-asiatica si avvicinano alla velocità media di 7 millimetri l’anno: “Elevatissima dal punto di vista geologico”. Lungo quest’area le rocce si deformano e si rompono lungo le faglie, dando origine a terremoti anche violenti. A questi terremoti superficiali, prosegue il geologo, si sommano i terremoti molto profondi (fino a 700 chilometri), dovuti allo scivolamento della placca africana sotto quella europea.
Altre due scosse di terremoto sono state avvertite davanti all’isola di Lipari, la maggiore dell’arcipelago delle Eolie. I due episodi – segnala l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia – si sono registrati alle 2 ed alle 2,05. Il più forte, di magnitudo 2.4, è stato rilevato a 17.5 km di profondità. Già ieri sera, alle 20,06 si era registrata una scossa di magnitudo 2.7 ma ad una profondità di 218.9 km.