Teste di «peso» ieri mattina al Tribunale di Agrigento, nel processo a carico del buterese Nunzio Felici, autista di autobus, accusato di disatro colposo e lesioni per quanto accaduto nel tardo pomeriggio del 3 dicembre 2010.
Quel giorno il treno regionale Gela-Caltanissetta, giunto in contrada Carlino entrò in collisione, senza deragliare, con il pullman turistico condotto da Felici, intento ad attraversare il passaggio a livello. A deporre dinanzi al primo collegio penale, presieduto dal giudice Giuseppe Melisenda Giambertoni è stato l’ex dirigente della polizia ferroviaria di Agrigento, Salvatore Mancuso, in pensione da alcuni mesi. Il teste ha ricordato quanto vissuto in quelle convulse ore, da quando avvenne l’impatto al varie fasi delle indagini. Tra le fasi salienti dell’udienza, quella in cui Mancuso ha confermato come «quando arrivammo per i rilievi le sbarre del passaggio a livello erano abbassate e tutto era funzionante. Dopo la verifica abbiamo dedotto che il conducente del pullman non avesse rispettato il rosso». L’avvocato dell’imputato, il legale Walter Tesauro ha evidenziato proprio come si trattasse di una deduzione. Lo stesso Mancuso ha ricordato anche che «a seguito di controlli su documenti relativi alla manutenzione della cabina del passaggio a livello, si registrò come nei giorni precedenti all’incidenti siano stati effettuati interventi tecnici».
Nello scontro 7 persone rimasero ferite. Si trattò del macchinista del convoglio, Giovanni Pontelli di Campobello di Licata (assistito in aula ieri dall’avvocato Carmelo Casuccio) e del capo treno Mario Salvaggio, originario di Realmonte, ma residente a Licata. Quest’ultimo fu ricoverato nel reparto di Ortopedia dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì. Sul corpo del ferroviere numerose fratture. Illeso, invece rimase l’autista del pullman, che pur in stato di choc, raccontò ai soccorritori di essersi accorto dell’arrivo del locomotore, ma di non essere riuscito a fare marcia indietro prima dell’impatto.
Secondo quanto accertato dagli investigatori al momento dell’incidente la sbarra del passaggio a livello sarebbe stata sollevata. Il pullman, della ditta «Riggi Tour» di San Cataldo, trovato fermo sulle rotaie, è stato centrato in pieno e per fortuna era vuoto. L’autista aveva lasciato da pochi minuti gli alunni di una scuola materna di Canicattì, di ritorno da una gita scolastica. Il treno carico di pendolari, proveniente da Gela era diretto a Canicattì, da dove sarebbe ripartito per Caltanissetta.
Sul luogo dello scontro per diverse ore lavorarono vigili del fuoco, forze dell’ordine, personale medico delle ambulanze. Sull’episodio Rfi e Trenitalia (parte civile nel processo, assistite dall’avvocato Andrea Criscimanna) aprirono un’inchiesta interna, mentre le indagini furono condotte dalla Polizia ferroviaria di Agrigento e Canicattì, che sentirono il macchinista del treno, il conducente del pullman e diversi testimoni. Secondo una prima ricostruzione, si disse che all’origine dell’incidente vi sarebbe stato un errore. L’impatto non fu violento, anche perché il treno procedeva a velocità ridotta, sotto i 70 orari e il macchinista ha subito azionato la frenatura rapida, limitando i danni.
Fonte: Francesco Dimare, (La Sicilia)