Con provvedimento del Tribunale del Riesame di Palermo, è stato scarcerato Angelo Gioacchino Middioni,38enne di Campobello di Licata, arrestato per mafia ed estorsione perché ritenuto l’esattore del pizzo del cugino, il boss Giuseppe Falsone. L’organo collegiale ha ritenuto insussistenti gli indizi posti a fondamento dell’ordinanza di custodia cautelare che nelle scorse settimane avevano condotto in carcere Middioni. Ha avuto particolare efficacia la tecnica difensiva dell’avvocato Giovanni Castronovo, che assiste il campobellese, che è riuscito a convincere i giudici del Riesame sulla mancanza di indizi di colpevolezza riuscendo a smontare le dichiarazioni di due importanti collaboratori di giustizia quali Maurizio Di Gati e Giuseppe Sardino nonché le dichiarazioni di due nuovi collaboratori Salvatore e Calogero Paci. Proprio l’arrestato aveva fornito una chiave di lettura efficace in relazione alle accuse mosse sostenendo di non conoscere i pentiti Sardino e Di Gati, che i fatti che gli vengono contestati sono stati già coperti da un giudicato definitivo e di non sapersi spiegare le accuse che gli sono state mosse da Salvatore e Calogero Paci, imprenditori già coinvolti nell’inchiesta Apocalisse per essere ritenuti prestanome di Falsone e già condannati. Questi ultimi, dopo la condanna di primo grado hanno deciso di collaborare con la giustizia fornendo una versione dei fatti diametralmente opposta rispetto a quella tracciata dai Pm e confermata, parzialmente, da una condanna.
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