Il saldo, alle famiglie canicattinesi, non basta. Sempre più stretti nella morsa del carovita, gli acquirenti hanno spesso chiesto “aggiuntive” decurtazioni, chiedendo l’innalzamento della percentuale di sconto praticata.

“Gli sconti che in passato servivano a compensare le perdite subite nella stagione di riferimento – commenta un imprenditore nel settore dell’abbigliamento – , da qualche anno, e soprattutto durante questa stagione, sembrano aver assunto una funzione simbolica.


Basti considerare che il settore dell’abbigliamento, dove il boom delle vendite era usuale, ha registrato durante questa estate un incremento pari, soltanto, al 10 per cento. Le cause, sono da ricercare sicuramente nel carovita che ha portato i consumatori ad astenersi dagli acquisti.”

L’antico vezzo del mercanteggiare, che la prosperità ci aveva indotto ad abbandonare, dunque sta ritornando di moda. Gli acquirenti che in passato compravano ad occhi chiusi senza brontolii, adesso appaiono molto più cauti e si appellano al prezzo. Spesso vengono ignorati i cartelli che, affissi in varie attività commerciali, sconsigliano ogni richiesta di sconto. L’inesorabile crisi, oltre a porre un freno negli acquisiti, sta come esortando i consumatori al risparmio. Così, oltre alla spasmodica ricerca del negozio più a buon mercato, i consumatori tentano in tutti i modi di beneficiare di un ribasso, anche se non previsto.