“E’ grave il fatto che fra le misure cautelari eseguite oggi, 8 persone sono dell’agenzia delle entrate. Impiegati, funzionari che anziche’ compiere il loro dovere, facevano di tutto per favorire gli interessi degli imprenditori. Ed e’ grave che vi fosse anche il direttore”. Lo ha detto il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, durante la conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione “Duty Free” che ha permesso di eseguire 15 misure cautelari per le ipotesi di reato di corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, assenteismo. Gli uffici della pubblica amministrazione, dell’agenzia delle entrate di Agrigento coinvolti, secondo quanto ha reso noto la Guardia di finanza, sono: la direzione, l’ufficio controlli-area accertamenti, l’ufficio legale e l’ufficio accertamento della direzione regionale delle entrate diPalermo. Oggetto del “mercimonio” – spiegano dalla Guardia di finanza di Agrigento – sarebbero state le informazioni su controlli eseguiti o da eseguire, l’insabbiamento degli accertamenti induttivi su verbali gia’ elevati e l’immotivato annullamento dei procedimenti tributari. Su tutto questo s’e’ concentrata l’attivita’ di verifica della guardia di finanza.
“Sconfiggere la corruzione, spezzare le catene della complicità, liberare la vita sociale da questo cancro è possibile. Corruzione, complicità e illegalità non sono fenomeni connaturati alle nostre società. È vero piuttosto che occorre essere attivi in questo campo, che dobbiamo porci obiettivi elevati sul piano della moralità pubblica e del senso civico. Non credo che ci siano parole più adeguate di quelle pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale contro la corruzione indetta dalle Nazioni Unite per promuovere azioni di sensibilizzazione in tutti i Paesi”.
Utilizza un passaggio della dichiarazione del Capo dello Stato il presidente della Camera di Commercio di Agrigento Vittorio Messina per commentare l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito un provvedimento emesso dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Agrigento che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici operanti nel territorio e tutti accusati a vario titolo di corruzione, falso ideologico e materiale, truffa e abuso d’ufficio.
“Il prezioso lavoro portato avanti da magistratura e forze di polizia deve essere supportato dalla società civile che deve contribuire a rafforzare gli anticorpi che debbono sconfiggere il cancro della corruzione. Un fenomeno – aggiunge Messina – che colpisce maggiormente le persone deboli, distrugge le opportunità di lavoro, penalizza il sistema economico di un territorio e allontana gli investitori. Per prendere ancora a prestito le parole del presidente della repubblica – conclude Vittorio Messina – la corruzione è un furto di democrazia e si può e si deve reagire a questa inaccettabile forma di oppressione”.
I dipendenti di Girgenti Acque S.p.A. il gestore del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento, hanno voluto testimoniare, con una lettera inviata agli organi di informazione, la loro vicinanza ed il loro affetto al presidente dellla società agrigentina Marco Campione, coinvolto nell’inchiesta “Duty Free”.
“Vicini al nostro Presidente e fiduciosi nella Magistratura. E’ racchiuso in questa breve frase il sentimento che ogni dipendente della Girgenti Acque SpA ha provato questa mattina, per i fatti accaduti.
Ci teniamo a manifestare l’affetto profondo che lega ognuno di noi a Marco Campione, il “nostro Presidente”. Girgenti Acque SpA, con in testa il Presidente, ha sempre operato nel rispetto delle regole, della legalità e della trasparenza. Siamo i primi a sostenere l’importanza di questi principi. Siamo i primi ad avere fiducia nella istituzioni, nella giustizia e nella magistratura”. Questa la lettera inviata spontaneamente dai dipendenti di Girgenti Acque.
L’Agenzia delle Entrate della Sicilia “assicura la piena collaborazione” con la Procura titolare dell’inchiesta che ha portato all’arresto di un dirigente e quattro dipendenti dell’Ufficio di Agrigento con l’accusa di corruzione e falso. L’Agenzia “condanna con fermezza qualsiasi comportamento disonesto e punisce duramente i colpevoli, a difesa dell’onorabilita’ di tutti i funzionari che operano quotidianamente con onesta’ e impegno”.
Inoltre, le Entrate sottolineano che stanno “assumendo tutti i provvedimenti contemplati dalla disciplina legale e contrattuale, a partire dalla sospensione obbligatoria del servizio fino al licenziamento e alla costituzione di parte civile nel processo penale”.
E’ un silenzio surreale ed assordante quello del mondo politico e delle Istituzioni a commento di un’operazione, denominata “Duty Free” che ieri, nella mattinata, ad Agrigento, si è conclusa con 13 ordinanze di custodie cautelari per un giro di reati che includono truffa, corruzione e falso.
Interviene il M5S Sicilia per complimentarsi con le forze dell’ordine, con la Procura e gli inquirenti per l’ottimo lavoro svolto.
“Possiamo definirla come la risposta del mondo giudiziario a chi dubitava che tutto fosse fermo – dichiara Matteo Mangiacavallo, deputato regionale del M5S – Quanto avvenuto oggi rappresenta un’iniezione di fiducia per tutti coloro i quali, come noi, continuano ad avere massima fiducia nel sapiente lavoro, bistrattato e poco remunerato, svolto dalle forze dell’ordine ogni santo giorno. A loro vanno i nostri ringraziamenti e la nostra riconoscenza”.
Tra gli “arresti eccellenti” anche quello dell’imprenditore Marco Campione, presidente della Girgenti Acque e quello di Pietro Pasquale Leto, direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento. “Ci lascia sgomenti il coinvolgimento dei vertici dell’Agenzia delle Entrate, Istituzione che dovrebbe controllare e far applicare la legalità e che invece, nel caso specifico, faceva il contrario – continua Mangiacavallo – E’ l’indice negativo che esiste un sistema marcio, totalmente marcio, marcio fino all’osso. Se quanto rappresentato dall’accusa sarà confermato ci aspettiamo una pulizia degna di tale nome, a tutti i livelli. Quella pulizia che il mondo politico, assente e stranamente silente in questa vicenda, non ha ancora voluto fare. Tutti i partiti, Movimento 5 Stelle escluso, tengono dentro indagati e condannati e questi poi, in Parlamento, fanno pure le leggi che i cittadini dovrebbero osservare. Tutto assurdo”.
Il deputato regionale Matteo Mangiacavallo ha prodotto oltre 25 atti parlamentari per un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua nel libero consorzio di Agrigento e più volte, col gruppo del M5S Sicilia, è entrato in conflitto con il presidente della Girgenti Acque. “Non ci stupisce che tra le accuse rivolte a Marco Campione possa trovarsi anche quella d’aver assunto la figlia del direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento in cambio di favori. Sarebbe una prova provata di quanto affermato dal procuratore Fonzo, ovvero che la Girgenti Acque si comporta come un “assumificio”. Su questo aspetto abbiamo chiesto di tutto e di più e restiamo fiduciosi, oggi meglio che ieri, nell’ottimo lavoro che sta svolgendo e saprà svolgere la magistratura. Siamo convinti, quanto loro e più di loro, che quanto accaduto in questa operazione rappresenti la punta dell’iceberg di un sistema che va smantellato dalla base”.
“Le ricadute di questo sistema marcio pesano esclusivamente sui cittadini e sulle famiglie del nostro libero consorzio – conclude Mangiacavallo – che con le fatture dell’acqua, giusto per citarne una, pagano probabilmente anche le spese di tanti “favori” al politicante di turno. Vorrei invitare i “complici” di questo sistema a ritornare sui loro passi e a lasciare il campo. Quanto accaduto ieri deve farli riflettere e ricredere. Vorremmo tornare alla gestione pubblica dell’acqua, ora e subito, e con l’acqua pubblica anche ad una gestione sana dei beni comuni”.
Dopo la recente vergogna delle 104 e di gettonopoli poi, – dichiara Marcello Fattori , Presidente di Progetto Agrigento -, ancora una volta la nostra provincia sale alla ribalta delle cronache nazionali per uno scandalo che nuovamente coinvolge dei pubblici funzionari agrigentini, andando così ulteriormente a minare l’immagine dei siciliani . Rimaniamo esterrefatti difronte a tale incresciosa situazione che dimostra disaffezione nei confronti dello Stato e la totale mancanza di valori da parte di persone che sono invece chiamate a servire lo stesso.
Viviamo in un Era nella quale gli unici “valori” che contano sono il denaro ed i beni materiali ed è purtroppo in un contesto del genere che vengono a crearsi certi meccanismi mentali che portano alla corruzione, all’egoismo ed alla continua ricerca dell’accrescimento personale utilizzando a tal fine qualsiasi tipo di mezzo. Bisogna prendere coscienza che onde evitare il totale decadimento sociale, è di fondamentale importanza infondere nella popolazione l’educazione civica. Nelle scuole, per le strade, nel web, con qualsiasi mezzo di comunicazione la gente va educata al rispetto degli altri, dello Stato, della legge e dei valori fondamentali, solo così potremo sperare in una società migliore ed evitare nel futuro eventi vergognosi come quelli che hanno coinvolto la nostra Provincia negli ultimi anni.
“Non c’è sviluppo senza affermazione della legalità e l’operazione Duty free condotta ieri inserisce un nuovo tassello in un mosaico di giustizia che stiamo costruendo e che siamo certi che, nel tempo, si affermerà. Lo dice il Presidente del Consorzio per la Legalità e lo Sviluppo On. Mariagrazia Brandara che così commenta gli arresti operati ieri dalla Guardia di Finanza ad Agrigento.
“E’ questo il modo sano e fattivo con cui lo Stato dimostra di opporsi a quanti impongono la prevaricazione all’affermazione di quel diritto che garantisce l’imparzialità della Pubblica amministrazione. Un grande plauso dunque agli inquirenti e ai cittadini che denunciano le vessazioni, che avranno sempre al loro fianco il Consorzio che ho l’onore di rappresentare.”
“Un plauso alla Procura della Repubblica e alla Guardia di Finanza che, con l’operazione di ieri hanno smantellato un sistema di connivenze e malaffare che mina quotidianamente la vita dei cittadini onesti.”
Lo sostiene oggi il Vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello che afferma “ la pubblica amministrazione rivela un volto che già dall’insediamento del Presidente Crocetta, avevamo intravisto e per smontare il quale, ci siamo mossi anche a livello centrale, mediante provvedimenti spesso impopolari, ma che hanno avuto l’obiettivo di restituire credibilità e garanzie agli apparati e ai siciliani. Agrigento non è stata esente dal dimostrare di aver aderito ad un metodo che deve essere demolito con tutti i mezzi, ed il lavoro degli inquirenti, al quale oggi voglio tributare il mio apprezzamento, va in questa direzione.
La Sicilia ha grandi potenzialità –conclude -minate da attività illecite che procurano danni alla sviluppo e al merito dei siciliani, per questo, da parte mia c’è l’incitazione ferma a proseguire su questo cammino di risanamento, che potrà compiersi con il contributo di tutti.