guardia-di-finanza-auto_fullSviavano pazienti in dialisi dalle strutture pubbliche a quelle private. E’ l’accusa contestata a cinque persone, tra imprenditori e dirigenti medici, che sono stati posti agli arresti domiciliari nell’operazione Bloody Money condotta dalla guardia di finanza di Catania.

 I dirigenti medici coinvolti avrebbero approfittato del rapporto diretto instaurato con pazienti affetti da patologie nefrologiche e bisognosi di terapia dialitica orientando, talora anche ricorrendo a “pressioni psicologiche”, l’invio di pazienti verso centri dialisi privati riconducibili al gruppo “Diaverum” o al centro dialisi “Le Ciminiere”. In cambio infermieri e medici corrotti venivano ricompensati con assunzioni clientelari dei propri familiari nonché stipendi, consulenze e bonus contrattuali artatamente “gonfiati” ed attribuiti a prestanome o altri parenti.


Ai centri venivano garantiti l’erogazione di cospicui contributi pubblici (pari a circa 40.000 euro annui per paziente) e l’acquisizione progressiva di quote di mercato tali da creare una posizione dominante nel settore dialitico privato della Sicilia orientale.
pazienti dializzati, così come dimostrano le intercettazioni, erano considerati “regali” o “numeri da portare”. Gli indagati, che sono stati posti agli arresti domiciliari, rispondono di associazione a delinquere finalizzata a una serie di episodi corruttivi per atti contrari ai doveri di ufficio posti in essere tra il luglio del 2014 e l’aprile del 2015. Il giudice ha inoltre disposto, l’interrogatorio di garanzia, per la nomina di un commissario giudiziale per un anno a carico delle due società coinvolte nelle indagini.